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Fiume Moldava
e il Ponte Carlo |
Sono
tornato da poco da un intensissimo viaggio birrario di 4 giorni
distribuito fra
Praga e
Plzen. L'idea di partenza era quella di
NON
andare a visitare i locali da
beergeek dell'ultima ondata: per
capirci, volevo proprio saltare tutti quei pub che proponessero
Brewdog, Mikkeller, Moor e compagnia bella; quindi, ho dovuto lasciare
da parte nientepopodimeno che locali del
calibro di
Zly Casy,
Beer Geek Bar,
Pivovarsky Club e
Zubaty Pes, per
fare largo alle birrerie più tradizionali delle due città. La
possibilità di respirare la storia di questa bevanda, nel paese che
ha inventato lo
stile Pilsner e che ne vanta il più alto consumo pro
capite al mondo, ha avuto la meglio su tutto (seppur con un
paio di eccezioni). Dopotutto, ci saranno sicuramente altre occasioni
per tornare a visitare i
craft beer pub di nuova generazione presenti in città...
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U Fleku |
Arrivato in serata a Praga, con un volo
partito da Bergamo, la mia prima tappa è stata...l'albergo.
Oltre a lasciare in camera la valigia,
mi sono dovuto coprire un po' di più perché aveva appena iniziato a
nevicare (e nevicherà quasi ininterrottamente per i successivi tre giorni).
Dopo essermi imbacuccato a dovere, mi
sono fiondato in una delle birrerie più storiche e famose di Praga: parlo, ovviamente, di U Fleku. Fondata nel 1499, oggi rimane ben poco
dello spirito di un tempo.
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Flekovsky Tmavè |
Ormai U Fleku è pubblicizzata in tutte le
guide turistiche ed è quindi diventato uno dei luoghi
must per chi viene a visitare la città. Dentro ci troverete vagonate di turisti provenienti da ogni
angolo del mondo, soprattutto italiani (siamo
ovunque). Benché dia tutta l'impressione di aver venduto l'anima al consumismo, la birra prodotta da U Fleku è ancora
largamente apprezzata, anche fra gli addetti al settore. In questa
birreria si produce una sola birra scura chiamata
Flekovsky
Tmavy Lezák 13°. Si
tratta di una Dark Lager dotata di note
caramellate e tostate, di nocciola e una punta di liquirizia, non
molto luppolata e con un gradazione alcolica intorno ai 5% abv. Quella
che ho preso non era perfetta (una punta di diacetile), ma comunque
molto piacevole. Qui ho anche cenato con un discreto gulasch e un
apfelstrudel al limite della sufficienza. La birreria può accogliere fino a
1200 persone e in estate è possibile godere del bel
biergarten. Se non ci siete mai stati, dovete andarci almeno una volta.
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Spine U Cerneho Vola |
Per la seconda tappa birraria bisogna
saltare al giorno successivo. Verso ora di pranzo, attraversando il
famoso
Ponte Carlo, arrivo nel quartiere
Mala Strana. Qui inizio la
dura salita verso il
Castello. La vista che godrò sulla città mi
ripagherà di ogni sforzo. Dalla piazza di fronte al Castello si
raggiunge una piccola birreria che potrei definire “di quartiere”.
Si tratta del
U Cerneho Vola. Interni rustici, quasi umili,
con qualche tavolo e panche in legno.
Al momento del mio passaggio
era pieno di indigeni e c'erano due burberi vecchietti a riempire
boccali senza sosta. Le birre alla spina erano due: Svetlì (una birra
chiara a bassa fermentazione, che potremmo definire una Pale Lager) e
Tmavè (una scura a bassa fermentazione, cioè una Dark Lager).
Menzione speciale per le vecchie spine in ottone con manicotto ad
apertura orizzontale. Spettacolari. Delle vere e proprie chicche.
Le birre – dal costo irrisorio –
non erano nulla di ché, ma neanche male (se considero a posteriori tutte le altre
bevute). La Tmavè leggermente meglio della Svetlì che peccava di un
po' troppo diacetile
...>>>
Prima di continuare è giusto fare una precisazione. In Repubblica Ceca le uniche birre che possono
chiamarsi “
pilsner” sono quelle prodotte nella
città di Plzen (come la celeberrima
Pilsner Urquell). Le altre Lager
chiare, prodotte nel resto del paese, non possono fregiarsi di quel
nome ma vengono chiamate semplicemente
Svetlì (o
svetly lezak). Seppur siano due nomi diversi, si tratta comunque dello stesso genere di birra. Le
Lager scure, invece, si chiamato
Tmavè (o
tmavy lezak).
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Pivovar Strahov |
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Bancone del birrificio |
La tappa successiva si trova a qualche
centinaio di metri di distanza dal Cerneho Vola. Si tratta di un piccolo
micro-birrificio artigianale di proprietà del
Monastero Strahov. Il
brewpub si trova all'interno dei terreni dell'abbazia ed è diviso in
due locali: la zona birreria, dove si trova l'impianto e il bancone con le spine, e
la zona ristorante, con la cucina e una sala più grande. In realtà
potete sedervi dove preferite, cibo e birra vi verranno serviti
ugualmente. In estate ci si può anche accomodare nei tavoli
all'esterno. Sulle pareti della zona bar si possono ammirare le decine di premi e riconoscimenti ottenuti dal birrificio nel corso degli anni.
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Maerzen e Dark Lager |
Il
Klasternì Pivovar Strahov mi ha talmente ben
impressionato che nel corso del mio soggiorno a Praga ci sono venuto
a bere per ben due volte (nonostante dovessi farmi 45 minuti a piedi in
salita per raggiungerlo). Devo dire che è stato di gran lunga il
posto dove ho bevuto meglio e anche la cucina era più che discreta.
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Beershop "The Beer
Collection" |
La produzione prevede diverse birre
stagionali. In quel momento erano disponibili 3 birre: Maerzen,
Dark Lager e Weizenbock. La loro IPA sarebbe stata attaccata la
settimana successiva.
Tutte e tre le birre erano fresche e
in gran forma, praticamente perfette. Sarei rimasto a berne litri e
litri, ma avevo ancora troppi posti da visitare.
Sulla stessa via del monastero è presente anche un piccolo ma interessante beershop che si chiama The Beer Collection. Non l'avevo mai sentito nominare e sono rimasto molto sorpreso di trovarne uno con una selezione così interessante in quella zona.
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Cattedrale S.Vito |
Sulla strada del ritorno sono ripassato dal Castello, ammirando la
Cattedrale di San Vito e il famoso
Vicolo D'Oro, e sono sceso verso la
Moldava. Passando il fiume mi sono ritrovato in Città Vecchia, nella zona del famoso
Quartiere
Ebraico. Da qui mi sono mosso verso una di quelle eccezioni di
cui parlavo all'inizio.
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Mala Strana e Hradcany al tramonto |
La quarta tappa del
beer tour è il
Prague Beer Museum Pub. Il locale non è molto grande, ma offre
una quantità di birre alla spina invidiabile. Se non ricordo male
possiedono circa una ventina di vie. Soprattutto birre artigianali
ceche. Non sapendo cosa scegliere, lo staff (cortese e preparato) mi
ha consigliato di prendere la board con 8 bicchieri
sample da 10cl.
Così ho fatto, per ben due volte. Purtroppo la qualità media era molto
bassa. Birre stilisticamente scorrette e con i più svariati difetti, fra cui una IPA fortemente
inacidita. Un vero peccato.
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Città Vecchia |
Successivamente mi sono mosso verso sud
fino ad arrivare al cuore pulsante della città, cioè alla
Piazza
della Città Vecchia, dove si affacciano molti famosi monumenti,
come: le
chiese di Santa Maria di Tyn e di
San Nicola, il
Palazzo
Kinsky e il famoso
Municipio con l'
Orologio Astronomico.
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U Zlateho Tygra |
Da qui, perdendosi nelle strette viette
del centro si giunge a due storiche birrerie che si trovano quasi una
di fianco all'altra. La prima che ho visitato è la famosa
U
Zlateho Tygra. Qui venne a bere una Pils anche il presidente
degli Stati Uniti, Bill Clinton, ed
è anche l'unica birreria di Praga
in cui viene servita la Pilsner Urquell non filtrata. Devo dire che
il servizio non è stato molto attento e la birra spillata anche
maldestramente. Nel complesso non ha soddisfatto le (alte) aspettative. Ci sono altri posti dove ho bevuto una Urquell
nettamente migliore.
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Pivovar U Tri Ruzi |
L'altro locale si chiama
U Tri Ruzi
e si tratta di un brewpub. Cucina discreta e servizio cortese. Anche
qui producono le “solite” due birre: una Svetlì lontana
dall'essere bevibile (spiccato DMS) e una Tmavè che nel complesso
era passabile, nonostante un ormai “classico” sentore di
diacetile che mi sono rassegnato ad accettare.
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U Kanstatu |
Nella stessa zona degli ultimi due
locali menzionati ce n'è un altro un po' più nascosto. Si tratta
della birreria
U Kanstatu. Ambiente molto tranquillo,
personale alla mano e il ragazzo dietro al banco mi sembrava anche
abbastanza preparato.
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Porter |
Non da l'idea di essere un pub. Avevano solo
birre in bottiglia e al piano inferiore ospitavano una mostra
gratuita che ci hanno caldamente invitato a visitare. Di arte non capisco molto, quindi non posso commentare, ma le bottiglie che ho
preso non avevano nulla di entusiasmante. Si tratta di tre artigianali ceche di cui una Pale Lager, una Dark Lager e una Porter. La faccio breve: solo l'ultima era potabile.
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Impianto di produzione |
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Tmavè e Svetlì |
Il giorno seguente sono andato a pranzo
al
Prvnì Novomestsky, un ristorante con impianto a vista.
L'ambiente è caldo e confortevole. Tavoli in legno e personale
gentile. Menù turistico e qualità nella media. Per quanto riguarda le birre: questa volta
la chiara (Svetlì) era buona, mentre la scura (Tmavè) era molto
pesante ed esageratamente torrefatta. L'eccesso di malti scuri
speciali ha penalizzato questa birra che dava l'idea di poter essere
interessante.
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Birre al Pivovar Narodnì |
Dopo pranzo mi sono diretto al
Pivovar
Narodnì, che si trova sull'omonima strada, dietro al
Teatro Nazionale. Si tratta di un
micro-birrificio piuttosto moderno e con due grandi sale.
Sinceramente non era in programma, ma l'avevo visto per caso il
giorno prima e, dato che mi trovavo nei paraggi, ho deciso di andarci. Il menù è vario sia per il cibo che per il bere, ma ho
provato solo le tre birre offerte. La pale e la dark lager non
erano particolarmente in forma, ma la
Keller non era affatto
male!
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Oldgott Barrique
di U Medvidku |
Dopo questa “pausa” veloce, sono
andato al U Medvidku. Questa è una grande birreria con
tavolate per gruppi. Il locale e il menù sono piuttosto turistici (come in quasi tutte le birrerie),
ma questo fa sì che il servizio sia celere e abbastanza professionale. Le
birre, purtroppo, era meglio non prenderle. Nonostante sul loro sito
siano menzionate una decina di etichette, al momento del mio
passaggio ne erano disponibili solo tre. Tutte passate in botti di
rovere senza alcun criterio. In certi casi, l'acqua naturale è
meglio.
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Degustazione al
Pivovarsky Dum |
L'ultima tappa birraria di questo
viaggetto a Praga è stata al
Pivovarsky Dum. C'ero già stato 4 o 5 anni fa, ma se non ricordo male si trovava in un'altra
posizione. Poco importa. Si tratta di un
brewpub con cucina e
impianti di produzione a vista. Oltre ad alcune birre “classiche”
hanno anche una linea di birre “speciali” prodotte con
ingredienti atipici. Anche qui, come al Prague Beer Museum Pub, ho
potuto assaggiare tutte le birre proposte grazie a un marchingegno
che conteneva 8 bicchieri da degustazione con altrettante birre e le loro varie descrizioni.
Idea simpatica e molto gradita.
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Impianto a vista |
Per quanto riguarda le birre:
la Dark Lager era piacevole (nonostante la solita punta di
diacetile), la Pale lager purtroppo era molto difettata e la birra di
frumento senza arte né parte. Le birre speciali invece erano
piuttosto particolari: la sour cherry, molto poco sour e con la
ciliegia (sciroppo, immagino) che copriva tutto. Le birre
alla banana, all'ortica (di color verde brillante) e quella al caffè
erano interessanti se prese per quello che sono, cioè dei prodotti
realizzati all'unico scopo di attirare l'attenzione e fare marketing. Probabilmente non è il locale giusto per bere “autentica” birra artigianale, ma l'ambiente è carino, il personale simpatico e il cibo non
era meno peggio che in molti altri posti, anzi. Diciamo che il turista
medio potrebbe uscirne piuttosto soddisfatto.
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Ponte Carlo e il Castello di notte |
In generale, in questi tre giorni a
Praga non ho bevuto molto bene. Probabilmente è anche colpa mia.
Premettendo che nelle lager ceche (come anche nelle ale inglesi) un
po' di diacetile è spesso presente e tollerato, ciò non giustifica
una debacle di tali proporzioni. Ho sicuramente scelto di far visita
a posti, più o meno tradizionali, che magari avranno dato tanto
negli anni passati (se non anche nei decenni passati!), ma che ormai
hanno perso smalto e continuano a vivere di rendita, di turismo e di
consumatori poco consapevoli. Quel poco di birra artigianale della
new wave ceca che ho potuto assaggiare, non ha soddisfatto le
mie aspettative (a parte le birre del monastero Strahov).
La prossima volta proverò ad andare nei pub di birra artigianale di nuova generazione e tirerò le somme... In ogni caso, Praga è una città bellissima che merita di essere visitata più e più volte anche se la birra può tirarti qualche brutto scherzo!
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