martedì 21 ottobre 2014

Degustazione alla cieca: "Birre Chiare Belghe"

L'altra sera ho partecipato a una degustazione alla cieca di alcune birre artigianali.
Per cercare di contenere le infinite possibilità di scelta, è stato deciso di concentrarsi su un unico "macro" stile birrario, che potremmo definire come "birre chiare belghe (o di ispirazione belga)".

Come funziona una degustazione alla cieca?
Ogni partecipante deve portare una bottiglia di birra appartenente alla categoria scelta. La bottiglia deve essere resa irriconoscibile (un metodo pratico e veloce può essere quello di avvolgerla nella carta stagnola e colorare il tappo con un bianchetto o un pennarello indelebile).
Può essere utile, ma non fondamentale, munirsi di schede di degustazione (facilmente scaricabili da internet) o di semplici fogli su cui prendere qualche appunto.
In genere la degustazione può procedere in due modi:
- si può aprire una bottiglia alla volta, degustarla, fare un breve dibattito e poi scartarla per scoprire di che birra si trattava. Passare poi alla bottiglia successiva e così via;
- si possono degustare tutte le birre insieme, una dietro l'altra, lasciando il dibattito alla fine della degustazione per confrontarle e scartarle tutte assieme (con questa tipologia è fondamentale prendere appunti per ricordarsi cosa si è bevuto).

In quest'occasione abbiamo optato per la prima modalità, in modo da avere una degustazione più "aperta" e in cui tutti potessero confrontarsi nel momento stesso della bevuta. Questo metodo è sicuramente più coinvolgente e amatoriale, e permette di ottenere subito un quadro a 360° della birra che si sta assaggiando grazie all'apporto di tutti i partecipanti. La cosa che a molti non piace, invece, è che mentre si parla e ci si confronta qualcuno potrebbe essere influenzato e individuare aromi o difetti che da solo non avrebbe scovato. Sta a voi quindi decidere come agire.
Prima di cominciare a parlare delle birre che abbiamo assaggiato, voglio consigliare (soprattutto a chi è alle prime armi) di "resettare" le papille gustative tra una birra e l'altra mangiando un pezzetto di pane e/o bevendo un sorso d'acqua frizzante. Può sembrare una cosa banale ma spesso aiuta molto.
Vediamo ora le birre che abbiamo provato durante la serata...

- BIRRA  I

ASPETTO: La prima birra che abbiamo provato si presentava di colore giallo dorato e leggermente velata. La schiuma non era particolarmente persistente e dopo poco non ha lasciato traccia.

AROMA: tipiche note speziate e fruttate (soprattutto pera) conferite dal lievito belga utilizzato.

GUSTO: in bocca è molto rinfrescante con aromi fruttati e agrumati, speziata (forse con utilizzo di erbe/spezie), piuttosto secca e amarognola nel finale. Si avvertono anche una punta di fenolico e di etilico.
GENERALE: nel complesso ci è parsa una birra ben fatta, piuttosto beverina nonostante una gradazione alcolica ipotizzata intorno agli 8% abv, con grande caratterizzazione del lievito belga. La maggioranza ha ipotizzato si trattasse di una Saison e che fossero state utilizzate delle spezie.

CERVESIA di BRASSERIE DUPONT (Belgio)
Si tratta di una birra di difficile collocazione stilistica. Ratebeer la menziona fra le "Traditional Ale", cioè una birra la cui produzione si basa su un'antica ricetta medioevale. Potremmo definirla come una "birra storica" nonché un incrocio fra le moderne Saison e Belgian Strong Golden Ale (a causa dell'alta gradazione alcolica, 8% abv)...>>>


mercoledì 8 ottobre 2014

Report Norvegia: Oslo, la capitale (birraria) - Pt.3

Dopo aver attraversato la Norvegia in tutta la sua lunghezza - dall'estremo sud a Capo Nord - ed aver percorso oltre 4.000 km, abbiamo preso l'aereo da Alta e siamo tornati al nostro punto di partenza: Oslo capitale.
Prima di tornare a casa, abbiamo avuto modo di visitare la città un paio di giorni.
Per quel che mi riguarda, ho cercato di visitare il maggior numero di locali di birra artigianale e credo di essermela cavata piuttosto bene. Non posso dire lo stesso per il mio portafoglio! :-P
Oslo è una città interessante sotto certi aspetti, ma è molto lontana dall'essere una grande meta turistica come lo sono le altre capitali europee come Roma, Londra o Praga. Anche il numero di abitanti è abbastanza esiguo (ci aggiriamo intorno alle 600.000 persone, che per intenderci sono le stesse di Genova). Il centro è relativamente piccolo ma grazioso. Ricordo di averlo percorso più e più volte a piedi per raggiungere le mie mete birrarie, rimbalzando da una parte all'altra della città in circa 20 minuti. Fattibilissimo.
E' sicuramente una città cosmopolita e moderna come lo è gran parte della Norvegia (almeno per mentalità). A livello di offerta birraria, sia per qualità che per numero di locali specializzati, credo che siamo un po' sotto al livello di Milano...con qualche eccezione. Secondo me a Milano il movimento della birra artigianale è ben visibile ormai da anni e questo si rispecchia in molti locali molto ben "equipaggiati", alcuni dei quali sono nati solo negli ultimi 2/3 anni. La Milano Beer Week che si è conclusa un paio di settimane fa ha messo in mostra tutte le qualità dei 15-20 locali di birra artigianale più prestigiosi della città, da quelli più storici a quelli più recenti, e la mia impressione è stata che si sta cominciando ad uscire dal bozzolo della nicchia e a fare sul serio. A Oslo invece ho trovato solo 1-2 posti davvero impressionanti, gli altri nella media e qualcuno deludente. Ho visitato in totale una decina di locali (considerati anche da Ratebeer fra i migliori della città e della Norvegia intera); vediamoli ...>>>