martedì 21 giugno 2016

Alla Scoperta di Wroclaw e delle Birre Artigianali Polacche (2/2)

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BROWAR STU MOSTOW
Cattedrale San Giovanni Battista
Il mio tour birrario di Wroclaw prosegue verso una nuova destinazione: nuova in ogni senso, perché questa volta non si tratta di una birreria ma di un vero e proprio birrificio artigianale.
Il Stu Mostow si trova a circa 3 km a nord dal centro e per arrivarci mi sono fatto una simpatica passeggiata di 40 minuti sotto il sole cocente. Non si direbbe che la Polonia sia un posto caldo, ma alcuni publican mi hanno confermato che in estate a Wroclaw si superano tranquillamente i 35 gradi.
Passando da quartieri residenziali ad altri più popolari, lungo la grande arteria Wyszynskiego, si supera il ponte Warszawski e si arriva, infine, a una zona industriale dove ha sede la produzione. Sono rimasto molto sorpreso di vedere così tanta gente ritrovarsi a bere in birrificio. In Italia, sono abituato a visitare birrifici che effettuano soltanto la produzione e difficilmente sono contenti di essere disturbati sul luogo di lavoro. A volte (non sempre) si possono prenotare delle visite guidate e, al massimo, i più oculati sono provvisti di una piccola tap room dove poter stappare qualche bottiglia in loco, ma non avevo mai visto un vero e proprio pub all'interno dello stabilimento produttivo. In questo caso, il birrificio non è più solamente un’azienda "chiusa" che produce birra, ma diventa un centro di aggregazione per l’intero quartiere.
Bancone pub del Stu Mostow
Al Stu Mostow, il birrificio viene vissuto quotidianamente dalla “sua gente”, che di conseguenza gli è molto fedele e affezionato.
Il paragone che mi viene subito in mente è quello fra il Birrificio Lambrate e il quartiere che lo accoglie, da cui ovviamente prende il nome.
Sala Cottura
Oltre ad avere un giardino esterno con panche e tavolini, appena si entra al Stu Mostow ci si trova di fronte a una vetrata dalla quale si possono ammirare i fermentatori e la sala cottura. Se si prendono le scale sulla sinistra, si sale fino ad arrivare ad un soppalco in cui si trova il bancone con 10 spine e tanti tavolini. C’è anche la cucina, se si volesse stuzzicare qualcosa. Io, per esempio, ho preso un piatto di salsicce con crauti, cipolle e salsa piccante al curry, accompagnato da pane di segale fatto in casa. La cosa che mi ha maggiormente impressionato è che il pub soppalcato non è separato in alcun modo dal birrificio sottostante, ma lasciato aperto. Si può tranquillamente prendere la propria birra e sorseggiarla sulla ringhiera con vista impianto. Probabilmente, in Italia, l’ASL non lo permetterebbe mai...
Per tornare alle cose serie, le birre alla spina sono quelle della “casa” più qualche ospite nazionale e internazionale a rotazione. Durante la mia visita era disponibile la Jack Hammer di Brewdog.
Spine 
Può risultare interessante sapere che Stu Mostow produce tre differenti linee di birre, che si chiamano: WRCLW, Salamander e ART. Della WRCLW, il cui nome è chiaramente un riferimento al nome della città, fanno parte 6 birre che potremmo definire “base” (pils, hefeweizen, dunkelweizen, roggenbier, imperial stout e una sua versione barricata in botti di Bourbon).
Della linea Salamander fanno parte stili di birra più moderni e luppolati, che vanno di moda ultimamente. Qui troviamo soprattutto: APA, IPA, AIPA e via dicendo...non senza qualche eccezione come una Wheat Porter e una bizzarra “Violet Potato Lager”.
La linea ART, invece, è quella più “artistica” e dedicata alla fantasia e alle sperimentazioni del birraio. E’ composta da 8 birre e se ne possono trovare di davvero particolari (birre alla frutta, birre acide, birre con spezie, birre con cereali alternativi o barricate…).
Ovviamente non tutte erano disponibili in quel momento. Ho avuto modo di provare...>>>

martedì 14 giugno 2016

Alla Scoperta di Wroclaw e delle Birre Artigianali Polacche (1/2)

Municipio nel Rynek
Sono appena tornato da un breve soggiorno in Polonia, in cui mi sono dedicato alla scoperta del movimento artigianale polacco e all'assaggio di un sacco di birre prodotte da un manipolo di piccoli birrifici indipendenti.
In particolare, ho visitato Wroclaw ("Vròzuaf" è la pronuncia esatta), una bella cittadina di 650.000 abitanti che si affaccia sul fiume Odra. Benché si tratti della quarta città più grande della Polonia, nonché capitale della Bassa Slesia, ho notato che quando menzionavo la mia destinazione tutti mi guardavano come se fossi un alieno. Le cose non miglioravano neanche quando citavo il nome italianizzato della città, cioè Breslavia (dal tedesco "Breslau", dato che fino al 1945 faceva parte della Germania). Molti pensavano che stessi parlando di Bratislava, in Slovacchia, ma devo ammettere che anch'io non avevo praticamente mai sentito nominare questa città prima di qualche mese fa, quando scoprii che assieme a San Sebastian (in Spagna) era stata nominata Capitale Europea della Cultura 2016 Capitale Mondiale del Libro 2016.
Fiume Odra al tramonto
La sorpresa è stata altrettanto grande quando ho iniziato a informarmi sui birrifici e i craft beer pub presenti in città. Leggendo su Ratebeer, Wroclaw viene segnalata come la città più popolata di bar, seconda soltanto alla capitale Varsavia. Effettivamente, nel weekend la vita notturna è piuttosto animata; se però parliamo nello specifico di birra artigianale, i posti che valgono veramente la pena sono circa una decina, come mi è stato più volte confermato anche da fonti locali. Vediamo, quindi, di fare un resoconto di questa spedizione:

4HOPS
Il primo locale che ho visitato è stato il 4Hops, che si trova all'inizio della Olawska, la via pedonale che porta dritti al Rynek (la piazza centrale, cuore pulsante della città). Si tratta di un craft beer bar moderno, molto pop e "americaneggiante". I ragazzi al bancone sono giovani, amichevoli e molto appassionati. L'ambiente è sereno e rilassato negli orari di minor affluenza, mentre diventa più confusionario dalle 18.00 in poi. Anche la clientela (mediamente più giovane rispetto a quelle che sono abituato a vedere in Italia) rispecchia molto il tipo di locale e il carattere dello staff. Non lo definirei assolutamente un pub di nerd della birra, ma incarna sicuramente l'anima più social, trendy e geek del movimento birrario internazionale.
E' aperto soltanto da ottobre 2015, ma secondo me è destinato a diventare un punto di riferimento per tutti gli appassionati. Qui si trovano quasi solo birre artigianali polacche alla spina a rotazione. Le uniche eccezioni riguardano i Lambic, le Pils e le Keller. Piccola parentesi: in quasi tutti i locali che ho visitato, ho notato che per questi stili ci si affida quasi sempre a produttori dei paesi d'origine - rispettivamente Belgio, Rep.Ceca e Germania - mentre per tutti gli altri ci si affida a birrifici locali e nazionali.
Al momento del mio passaggio disponevano di 16 spine e una selezione piuttosto variegata. L'unico difetto che ho notato (se così si può definire) è che sembra andare molto di moda il "famolo strano", cioè la birra stravagante fatta con ingredienti atipici, ma anche rivisitazioni abbastanza strampalate di stili classici e l'uso quasi schizofrenico di cereali alternativi all'orzo. Nella maggior parte dei casi i risultati sono birre nonsense o quantomeno discutibili, mentre a volte i risultati sono sorprendenti! Per esempio, nel primo gruppo farei rientrare:
- Swidermajer di Browar Bazyliszek. Si tratta di una Summer Ale 3,8% ABV prodotta da questo famoso brewpub di Varsavia. La cosa che disturba la bevuta di questa "session" è l'uso sconsiderato di rosmarino, che copre ogni cosa;
- Kevin Bekon di Hopium, una Red Ale 5,3% ABV aromatizzata al bacon. Non ho chiesto se si trattasse di un'essenza o di vero bacon, fatto sta che assaggiarla può essere curioso e divertente, ma berne mezzo litro è semplicemente da pazzi;
- Krol Lata di Browar Pinta. Il ragazzo dietro al bancone mi ha riferito che Pinta è stato il primo birrificio artigianale polacco ad aprire i battenti. Parliamo precisamente del 28 marzo 2011. Sono passati solo 5 anni e questo può dare un'idea di quanto il movimento artigianale polacco sia ancora agli albori. Ad oggi, si contano circa 30 birrifici artigianali; praticamente un'inezia se pensiamo che in Italia abbiamo ormai superato quota 1000 (sommando birrifici, brewpub e beerfirm). Bisogna però considerare che il nostro movimento ha già 20 anni alle spalle. Sarei quindi molto curioso di sapere quanti birrifici erano aperti dopo il primo quinquennio (1996-2001) per fare un confronto equo. 
Per tornare alla birra, qui siamo di fronte a quella che viene definita una Hoppy Oatmeal Witbier. Già lo stile (se così possiamo definirlo) è un bel minestrone. Alla prova dell'assaggio non convince. Come da premessa, si rivela una produzione nonsense con un corpo eccessivo, esteri in evidenza e anche qualche difettuccio (diacetile, formaggio).
Le birre che invece mi hanno piacevolmente sorpreso sono diverse, ma non sto qui a menzionarle tutte. Quelle che mi sono piaciute di più sono:
- Lazy Barry di Ale Browar e Nepumucen. Siamo di fronte a una collaboration brew, stile American Grodziskie 3,6% ABV. Elegantemente affumicata (ricorda tantissimo il legno e lo speck, più che la scamorza), sottilmente agrumata per via dei luppoli americani, secca al punto giusto, ottima carbonazione, rinfrescante e leggermente acidula. Disseta e ripulisce che è una meraviglia. Rientra nettamente fra le migliori bevute fatte a Wroclaw;
- Bumelant di Browar Zakladowy. Questo birrificio ha aperto da pochissimi mesi e ha fatto il suo debutto sul mercato polacco con quattro birre, di cui una è questa Ale scura generosamente luppolata. A primo impatto mi ricordava un po' la Nigredo di Birrificio Italiano, ma non è assolutamente la stessa cosa. Potrebbe assomigliare a una Schwarz tedesca con luppolatura americana, ma non è nemmeno questo. Per quanto semplice, risulta molto intrigante e difficilmente inquadrabile. Il birraio la definisce una specie di Session Black IPA, ma ufficialmente si tratta di una Polskie Ciemne Ale (Polish Dark Ale) e viene prodotta con tre luppoli locali, fra cui il Pulawski, il Lunga e uno simile al celeberrimo Cascade americano. Con i suoi 4,7 % ABV e un profilo aromatico divino, mi sarei fatto fuori l'intero fusto. Ciò che rende speciale questa birra è la pulizia di bevuta e il perfetto equilibrio fra corpo, malti speciali e luppolatura: un mix perfetto che la rende super beverina e appagante. L'estrema freschezza dei luppoli polacchi le dà una marcia in più. E’ una delle birre che ho preferito di più in tutto il viaggio e anche una delle migliori bevute del 2016, finora ...>>>