martedì 14 giugno 2016

Alla Scoperta di Wroclaw e delle Birre Artigianali Polacche (1/2)

Municipio nel Rynek
Sono appena tornato da un breve soggiorno in Polonia, in cui mi sono dedicato alla scoperta del movimento artigianale polacco e all'assaggio di un sacco di birre prodotte da un manipolo di piccoli birrifici indipendenti.
In particolare, ho visitato Wroclaw ("Vròzuaf" è la pronuncia esatta), una bella cittadina di 650.000 abitanti che si affaccia sul fiume Odra. Benché si tratti della quarta città più grande della Polonia, nonché capitale della Bassa Slesia, ho notato che quando menzionavo la mia destinazione tutti mi guardavano come se fossi un alieno. Le cose non miglioravano neanche quando citavo il nome italianizzato della città, cioè Breslavia (dal tedesco "Breslau", dato che fino al 1945 faceva parte della Germania). Molti pensavano che stessi parlando di Bratislava, in Slovacchia, ma devo ammettere che anch'io non avevo praticamente mai sentito nominare questa città prima di qualche mese fa, quando scoprii che assieme a San Sebastian (in Spagna) era stata nominata Capitale Europea della Cultura 2016 Capitale Mondiale del Libro 2016.
Fiume Odra al tramonto
La sorpresa è stata altrettanto grande quando ho iniziato a informarmi sui birrifici e i craft beer pub presenti in città. Leggendo su Ratebeer, Wroclaw viene segnalata come la città più popolata di bar, seconda soltanto alla capitale Varsavia. Effettivamente, nel weekend la vita notturna è piuttosto animata; se però parliamo nello specifico di birra artigianale, i posti che valgono veramente la pena sono circa una decina, come mi è stato più volte confermato anche da fonti locali. Vediamo, quindi, di fare un resoconto di questa spedizione:

4HOPS
Il primo locale che ho visitato è stato il 4Hops, che si trova all'inizio della Olawska, la via pedonale che porta dritti al Rynek (la piazza centrale, cuore pulsante della città). Si tratta di un craft beer bar moderno, molto pop e "americaneggiante". I ragazzi al bancone sono giovani, amichevoli e molto appassionati. L'ambiente è sereno e rilassato negli orari di minor affluenza, mentre diventa più confusionario dalle 18.00 in poi. Anche la clientela (mediamente più giovane rispetto a quelle che sono abituato a vedere in Italia) rispecchia molto il tipo di locale e il carattere dello staff. Non lo definirei assolutamente un pub di nerd della birra, ma incarna sicuramente l'anima più social, trendy e geek del movimento birrario internazionale.
E' aperto soltanto da ottobre 2015, ma secondo me è destinato a diventare un punto di riferimento per tutti gli appassionati. Qui si trovano quasi solo birre artigianali polacche alla spina a rotazione. Le uniche eccezioni riguardano i Lambic, le Pils e le Keller. Piccola parentesi: in quasi tutti i locali che ho visitato, ho notato che per questi stili ci si affida quasi sempre a produttori dei paesi d'origine - rispettivamente Belgio, Rep.Ceca e Germania - mentre per tutti gli altri ci si affida a birrifici locali e nazionali.
Al momento del mio passaggio disponevano di 16 spine e una selezione piuttosto variegata. L'unico difetto che ho notato (se così si può definire) è che sembra andare molto di moda il "famolo strano", cioè la birra stravagante fatta con ingredienti atipici, ma anche rivisitazioni abbastanza strampalate di stili classici e l'uso quasi schizofrenico di cereali alternativi all'orzo. Nella maggior parte dei casi i risultati sono birre nonsense o quantomeno discutibili, mentre a volte i risultati sono sorprendenti! Per esempio, nel primo gruppo farei rientrare:
- Swidermajer di Browar Bazyliszek. Si tratta di una Summer Ale 3,8% ABV prodotta da questo famoso brewpub di Varsavia. La cosa che disturba la bevuta di questa "session" è l'uso sconsiderato di rosmarino, che copre ogni cosa;
- Kevin Bekon di Hopium, una Red Ale 5,3% ABV aromatizzata al bacon. Non ho chiesto se si trattasse di un'essenza o di vero bacon, fatto sta che assaggiarla può essere curioso e divertente, ma berne mezzo litro è semplicemente da pazzi;
- Krol Lata di Browar Pinta. Il ragazzo dietro al bancone mi ha riferito che Pinta è stato il primo birrificio artigianale polacco ad aprire i battenti. Parliamo precisamente del 28 marzo 2011. Sono passati solo 5 anni e questo può dare un'idea di quanto il movimento artigianale polacco sia ancora agli albori. Ad oggi, si contano circa 30 birrifici artigianali; praticamente un'inezia se pensiamo che in Italia abbiamo ormai superato quota 1000 (sommando birrifici, brewpub e beerfirm). Bisogna però considerare che il nostro movimento ha già 20 anni alle spalle. Sarei quindi molto curioso di sapere quanti birrifici erano aperti dopo il primo quinquennio (1996-2001) per fare un confronto equo. 
Per tornare alla birra, qui siamo di fronte a quella che viene definita una Hoppy Oatmeal Witbier. Già lo stile (se così possiamo definirlo) è un bel minestrone. Alla prova dell'assaggio non convince. Come da premessa, si rivela una produzione nonsense con un corpo eccessivo, esteri in evidenza e anche qualche difettuccio (diacetile, formaggio).
Le birre che invece mi hanno piacevolmente sorpreso sono diverse, ma non sto qui a menzionarle tutte. Quelle che mi sono piaciute di più sono:
- Lazy Barry di Ale Browar e Nepumucen. Siamo di fronte a una collaboration brew, stile American Grodziskie 3,6% ABV. Elegantemente affumicata (ricorda tantissimo il legno e lo speck, più che la scamorza), sottilmente agrumata per via dei luppoli americani, secca al punto giusto, ottima carbonazione, rinfrescante e leggermente acidula. Disseta e ripulisce che è una meraviglia. Rientra nettamente fra le migliori bevute fatte a Wroclaw;
- Bumelant di Browar Zakladowy. Questo birrificio ha aperto da pochissimi mesi e ha fatto il suo debutto sul mercato polacco con quattro birre, di cui una è questa Ale scura generosamente luppolata. A primo impatto mi ricordava un po' la Nigredo di Birrificio Italiano, ma non è assolutamente la stessa cosa. Potrebbe assomigliare a una Schwarz tedesca con luppolatura americana, ma non è nemmeno questo. Per quanto semplice, risulta molto intrigante e difficilmente inquadrabile. Il birraio la definisce una specie di Session Black IPA, ma ufficialmente si tratta di una Polskie Ciemne Ale (Polish Dark Ale) e viene prodotta con tre luppoli locali, fra cui il Pulawski, il Lunga e uno simile al celeberrimo Cascade americano. Con i suoi 4,7 % ABV e un profilo aromatico divino, mi sarei fatto fuori l'intero fusto. Ciò che rende speciale questa birra è la pulizia di bevuta e il perfetto equilibrio fra corpo, malti speciali e luppolatura: un mix perfetto che la rende super beverina e appagante. L'estrema freschezza dei luppoli polacchi le dà una marcia in più. E’ una delle birre che ho preferito di più in tutto il viaggio e anche una delle migliori bevute del 2016, finora ...>>>


Olawska
SZYNKARNIA
Il secondo locale che ho visitato si trova in prossimità della Ruska, zona famosa per la nightlife e dove ci sono le principali discoteche della città. Su ratebeer viene indicato come ristorante, ma visionando il menù non mi ha dato questa impressione. L'idea che mi sono fatto è che sembra simile a un incrocio fra un cafè, una birreria e una rosticceria. Il Szynkarnia è composto da un ampio dehors, un piccolo piano terra (dove si trovano le spine, qualche tavolino e la zona rosticceria/macelleria), un ampio soppalco con altri tavolini e il piano di sotto con grandi tavolate adatte ai gruppi più numerosi. 
Qui ho provato una Keller (non in forma, con esteri in evidenza), una American IPA polacca (poco luppolata, molto caramellata e di difficile beva) e una Best Bitter sempre polacca (evidentemente con ricetta ampiamente rivisitata, perché aveva ben poco di una Bitter). 
Visto l'orario aperitivo, ho accompagnato la bevuta con dei crostoni simili alle nostre bruschette, con sopra formaggi vaccini e di capra, salumi affumicati, uova, spinaci, semi di girasole ed erba cipollina. Buoni per smorzare la fame e fare un po' di fondo. Consiglio anche di provare i grandi taglieri composti da prodotti locali che vengono preparati al momento nella cucina a vista. Curiosità del Szynkarnia: all'inizio ho scritto se assomiglia in parte a una rosticceria/macelleria perché ho notato che è possibile anche presentarsi al banco-vetrina e scegliere fra svariati prodotti da farsi tagliare, impacchettare e portare a casa. Questa particolarità lo rende un pub piuttosto atipico.

ZAKLAD USLUG PIWNYCH
Il successivo pub non è molto distante dal precedente (solamente 300 m). Si trova direttamente sulla Ruska, ma non è semplicissimo da trovare perché dalla strada non si vede. Bisogna entrare in una piccola galleria e scendere delle scale che si trovano sul lato sinistro. Si arriva, quindi, in questo piccolo craft beer bar composto da due salette disposte a "L", al cui incrocio si trova il piccolo bancone abitabile, con 5 sgabelli e 12 spine
La location assomiglia molto a una vecchia cantina adibita a pub, con dei bellissimi archi a volta e le pareti in mattoni rossi a vista. 
I due publican sono molto disponibili a spiegare e a far assaggiare i prodotti che propongono; mentre leggevo la tap list sono rimasto felicemente meravigliato di trovare la Quarantot del Birrificio Lambrate in mezzo a tutte le altre birre polacche. Anche nel frigorifero erano presenti alcune bottiglie da 33cl dello stesso birrificio. Detto questo, però, allo Zaklad mi sono dedicato ad assaggiare le produzioni polacche: 
- Coffeelicious di Piwne Podziemie, una Coffee Milk Stout 6,4% ABV che ho trovato piacevole e perfettamente in stile. Unico appunto: l'uso leggermente eccessivo di caffè lasciava un po’ di astringenza di fondo;
- Kwas Alfa di Pinta. In realtà si tratta di una co-brew fra Pinta e Tobias Emil Jensen (il birraio della famosa beerfirm danese To Øl). In "stile" Sour Rye Ale 4,3% ABV, questa birra viene prodotta a partire da un mosto di malto d'orzo e segale a cui vengono aggiunti Lactobacillus helveticus in infusione (per conferire acidità) e luppolo Green Bullet (NZ) in bollitura e dry hopping. Il risultato è un prodotto leggero e rinfrescante, rustico e con una vena acida che non disturba. I leggeri sentori agrumati e floreali dovuti al Green Bullet la rendono ruffiana e beverina;
- Aficionado di Browar Kingpin. Questa è una birra davvero strana. Il birrificio di Pòznan la definisce una "Peated Coffee & Tea Ale". Praticamente si tratta di una Ale (7% ABV) prodotta con malti affumicati e torbati, a cui poi è stato aggiunto caffè e tè in infusione. Ho pensato subito che si trattasse della solita birra "disneyland", tipica della fase che sta attualmente attraversando il movimento polacco, ma il publican mi sembrava piuttosto entusiasta. Così l'ho presa. Alla prova dell'assaggio, non si è dimostrata poi così male. A primo impatto si viene colpiti da leggere note torbate, di fumo, legno e carne affumicata, per poi lasciare spazio all'aromaticità del caffè e all'infuso di tè che regala lievi note agrumate, di cedro e lime. A leggerlo, può sembrare un'accozzaglia di sapori molto distanti fra loro, ma nel complesso l'ho trovata abbastanza piacevole, con un finale secco e leggermente acidulo che aiutave a ripulire la bocca. Me l’aspettavo molto peggio.

TARGOWA - CRAFT BEER & FOOD
All'estremo nord-est della Città Vecchia (Stare Miasto), in prossimità dell'Oder, si trova questo grande risto-pub dal quale si riescono a scorgere le due alte guglie della Cattedrale di San Giovanni Battista.
Hala Targowa
Il Targowa si trova nella stessa struttura in stile Liberty che accoglie lo storico Mercato Coperto della città (Hala Targowa), sin dal 1908. Il bar presenta un ampio dehors esterno, mentre il locale vero e proprio si sviluppa tutto nel piano sotterraneo. Appena si entra, infatti, si devono scendere delle scale che portano alla grande sala principale. Qui ci si ritrova davanti a un bel bancone in legno dietro al quale si può scorgere la cucina a vista. Gli interni sono caldi ed eleganti, con tavoli in legno chiaro, mattoni a vista e muri dipinti. Il pub possiede 12 vie dedicate a birre dei birrifici artigianali locali e del resto della Polonia. Uniche eccezioni al momento del mio passaggio: una Pils ceca, una birra del birrificio giapponese Beard Beer e un lambic di Lindemans (la cui presenza sembra essere una costante in quasi tutti i pub specializzati di Wroclaw).
Dehors del Targowa
Al Targowa è possibile mangiare più che discretamente, sia a pranzo che a cena. La cucina, infatti, è ben curata. Oltre ad avere un menù fisso con pietanze tipiche e piatti da birreria, lo chef presenta "piatti del giorno" sempre diversi in base alla disponibilità.
Per quanto riguarda le birre, qui ho bevuto:
- Kamerdyner di Browar Profesja (microbirrificio di Wroclaw) che produce questa ESB con 5,5% ABV, dal color ramato e dotata di tipiche note biscottate e di caramello che vengono a tratti coperte dagli esteri del lievito (soprattutto mela e frutti di bosco) un po’ troppo invadenti. Finale lievemente amaro e terroso. Non eccezionale;
- Pacific di Browar Artezan, una Pacific Pale Ale 5% ABV in cui l’estrema freschezza dei luppoli vince su tutto, nonostante la struttura maltata e il lavoro del lievito non convincano;
- WRCLW Hefe Weizen , Weisse 4,5% ABV del birrificio locale Stu Mostow. Fatta a regola d’arte, con lievito (che dona tipiche note di banana, chiodi di garofano, vaniglia) e frumento (a cui si deve una corretta acidità, opalescenza e corpo medio piacevole) che risultano protagonisti e ben amalgamati;
- Szemesz, Session IPA da 3,7% ABV prodotta da Browar Golem. 100% malto Vienna e luppolo americano Chinook. Si presenta di color ambrato, con note erbacee e di pompelmo molto leggere, scarica di corpo, secca ma poco amara. Difficile considerarla una Session IPA, magari solo una session ale;
- The Butcher, definita una West Coast Red IPA 7% ABV e prodotta dalla beerfirm Brokreacja (di Cracovia) presso il Browar Cystersòw Gryf. La ricetta prevede una base di malto Pale con aggiunta di malti Cara e abbondante luppolatura americana (Tomahawk, Citra, Simcoe, Amarillo) che dovrebbe donare incredibili aromi agrumati e resinosi. Senza star troppo a polemicare sullo “stile” (che mi sembra un gran bel controsenso), mi limito a dire che delude molto le aspettative;
- Czarna Roza, prodotta dal birrificio locale Sancti Lucas. Si tratta di una birra in stile Oud Bruin con 6% ABV. Assaggiandola, risulta un goffo tentativo di imitare le vere Oud Bruin belghe. A parte colore e gradazione alcolica, sul resto c’è molta confusione.

L'Odra al confine della Città Vecchia
In definitiva, diverse birre provate al Targowa (e anche negli altri posti) non sono né cattive né malamente difettate, ma non mi è ancora ben chiaro se mi sono capitate molte interpretazioni azzardate (e mal riuscite) o se la voglia di sperimentare sia così forte da spingere i birrai polacchi a non tenere in considerazione i canoni internazionali degli stili, ma ad usarli - al più - solamente come linee guida generali. 
Detto questo, un consumatore consapevole di birra può rimanere piuttosto spiazzato di fronte a certe bizzarre rivisitazioni (volute o non), ma bisogna anche ammettere che in alcuni casi ci si diverte e si rimane sorpresi positivamente. 
Anche in Polonia, quindi, non mancano buoni prodotti e birrifici interessanti, ma sarà appassionante scoprire in che modo evolverà il movimento locale nei prossimi anni. La domanda che molti si pongono è se l’influenza dei paesi nordici diventerà ancor più profonda o se i birrifici polacchi riusciranno a "maturare", a prendere le distanze da certe logiche produttive e a trovare una propria dimensione a livello nazionale (per esempio, valorizzando maggiormente gli stili tradizionali e le buone materie prime di cui già dispongono).


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