venerdì 21 febbraio 2014

Parliamo un po' di luppolo...

Chi scoprì le qualità del luppolo e lo inserì ufficialmente tra gli ingredienti della birra?

"Hildegard von Bingen (1098-1179), badessa del monastero femminile benedettino di San Rupertsberg, diede un grande contributo alle scienze naturali, scrivendo due trattati enciclopedici che raccoglievano tutto il sapere botanico del suo tempo.
Nel primo dei due trattati, Physica, nel Libro I, capitolo 61 intitolato "De Hoppo", Ildegarda parla del luppolo e, descrivendo la pianta, ne parla come di una pianta che non apporta molti benefici all'uomo, perché ne fa crescere la malinconia e rende la sua anima triste, appesantendone anche i suoi organi interni. In virtù, però, della sua capacità amaricante, il luppolo dimostra di avere il potere di preservare alcune bevande (nel testo originale si trova il termine latino in potibus) dal rischio della putrefazioni (putredines prohibet in amaritudine sua) e ne consiglia quindi l’uso solo in quest'ottica. In un capitolo successivo, la monaca naturalista tedesca parla anche di un possibile “succedaneo” del luppolo, il frassino, le cui foglie consiglia di usare in abbondanza a tutti coloro che volessero fare della birra con avena ma senza luppolo. Ildegarda sarebbe stata quindi la prima a mettere per iscritto alcune delle peculiari caratteristiche del luppolo, pianta già coltivata dalla metà del IX secolo nella zona di Hallertau, in Baviera." [inbirrerya.com]  >>>