mercoledì 25 febbraio 2015

I vincitori di Birra dell'Anno 2015

Anche quest'anno, come ormai è tradizione da molto tempo, a Rimini si è svolta la competizione birraria più importante d'Italia che premia le migliori birre artigianali prodotte nel Belpaese.
Questa volta si è trattato della X Edizione (traguardo molto importante per Unionbirrai, l'associazione di produttori che ogni anno si impegna per realizzare l'evento). 
La giuria - composta da 42 giudici di fama internazionale guidati da Kuaska - ha avuto l'arduo compito di scegliere 78 birre da premiare nelle 26 categorie a disposizione. Parlo di arduo compito perché i birrifici in gara erano tantissimi (circa 150) e con oltre 800 produzioni iscritte.
Birra dell'Anno (#BdA2015) ha avuto luogo alla fiera di Rimini durante il festival Beer Attraction che è andato in scena fra il 21 e il 24 Febbraio. Durante i primi due giorni l'entrata era libera, mentre gli ultimi due erano riservati agli operatori del settore.

Per la prima volta dalla sua nascita, BdA è stato organizzato in maniera indipendente assieme a un proprio festival birrario creato appositamente per l'occasione, mentre negli anni passati ha dovuto sempre accorparsi ad altri eventi già in programma che poco o nulla avevano a che vedere con la birra artigianale (per esempio al Sigep o al RHEX). Ritengo che tutto questo sia un traguardo fondamentale per il movimento artigianale italiano che acquista sempre più visibilità e credibilità ogni anno che passa. A dimostrazione di ciò, impossibile non notare come si cominci sempre più a sentir parlare di birra artigianale sui giornali e all'interno di programmi radio/televisivi (anche se spesso con poca cognizione di causa, purtroppo). A questo proposito mi è capitato di intercettare delle notizie sul movimento birrario italiano proprio mentre stavo tornando a casa da Beer Attraction. 

Era lunedì sera e mi trovavo in autostrada quando su una radio di cui non farò il nome - che comincia per D e finisce per eejay - ho sentito parlare della birra artigianale italiana che sta iniziando a spopolare non solo in Italia ma soprattutto all'estero e in quei paesi dove la cultura birraria è molto forte e radicata. In particolare, il presentatore faceva accenno all'Italian Job di Londra, primo Italian Craft Beer Pub aperto nella capitale inglese circa 10 giorni fa da Giovanni Campari, birraio del Birrificio del Ducato, e da Marco Pucciotti, proprietario di vari locali birrari fra cui il Barleywine di Roma...>>>


Il presentatore ha continuato facendo un excursus a tutto campo sul movimento, facendo notare come la crescita della birra italiana di qualità sia davanti agli occhi di tutti (nel 1996 i microbirrifici artigianali italiani si potevano contare sulle dita di una mano, nel 2005 erano già un centinaio, nel 2013 avevano raggiunto quota 450; ad oggi, proprio mentre sto scrivendo, sono arrivati quasi a toccare le 900 unità produttive...un dato impressionante che fatico a commentare, perché se da una parte riscontro grande euforia nel settore, dall'altra vedo anche preoccupazione per una diffusione così dilagante che non pochi iniziano a definire "modaiola"...e si sa che le mode prima o poi...).
Devo ammettere che quell'intervento di 2 minuti scarsi su una famosa radio nazionale mi ha reso particolarmente felice e l'ho ascoltato con molto interesse (soprattutto perché il tipo ha dato informazioni precise e non si è reso protagonista di orrori e strafalcioni, tipici purtroppo di chi spesso parla della birra artigianale senza nemmeno conoscere i 5 ingredienti-base con cui è fatta: acqua, malto, luppolo, lievito e tanto amore).
Tornando a parlare di BdA, mi stavo dimenticando di dire che ogni anno viene anche premiato il miglior birrificio, o Birrificio dell'Anno, che corrisponde a quello che riesce a ottenere i migliori piazzamenti durante la kermesse. 
Quest'anno l'ambito premio è andato al laziale Birra Del Borgo, uno dei birrifici più conosciuti anche dal grande pubblico, che è riuscito a portare a casa ben 2 Ori (con la ReAle nella categoria delle IPA e L'Equilibrista nella categoria delle birre prodotte con mosto d'uva) e 3 Argenti (con la ReAle Extra nelle APA, la Rubus nelle birre alla frutta e la Sedicigradi nella categoria delle birre affinate in botti di legno).
Durante l'assegnazione dei premi, Borgo e Baladin (che ha già vinto la competizione 3 volte, di cui due proprio negli ultimi due anni) si sono resi protagonisti di un vero e proprio testa a testa, ma alla fine, grazie all'Oro ottenuto con l'Equilibrista, Birra del Borgo ha compiuto il sorpasso finale impedendo così al più famoso birrificio italiano di fare tripletta. Per Leonardo Di Vincenzo e il suo birrificio si tratta della prima vittoria a Birra dell'Anno.
Sulle 78 birre premiate (in realtà solo 77, perché non è stato assegnato l'Oro nella categoria delle Black IPA) devo dire che ci sono parecchie novità, ma anche molte conferme e qualche mostro sacro quasi del tutto assente.
Prima di tutto è giusto dire che alcuni fra i più importanti birrifici non hanno partecipato a questa edizione di BdA. Le motivazioni possono essere molto differenti. Extraomnes, per esempio, non ha partecipato perché il proprio birraio, Schigi, faceva parte della giuria e sarebbe stato un palese conflitto di interessi. Stessa cosa vale per Riccardo Franzosi del birrificio Montegioco
Orso Verde e Toccalmatto, invece, non partecipano mai a queste manifestazioni per differenze di idee. Altri ancora, come Lambrate, hanno deciso di prendersi un anno sabbatico dalla competizione e/o di lasciare più spazio agli emergenti. Questo significa che per quanto BdA possa offrire uno spaccato del movimento artigianale italiano, non potrà mai offrire una panoramica completa di quelle che sono realmente le migliori produzioni e i migliori birrifici dell'anno.
Leggendo le birre premiate, ho appreso con piacere alcune riconferme importanti, come per esempio:
- La Grigna del Lariano, che già da diversi anni è considerata fra le migliori Pils italiane e quest'anno ha vinto l'Oro nella categoria delle Italian Lager (riconfermando l'Oro dell'anno scorso);
- la Sunflower di Valcavallina, una delle più piacevoli Golden Ale italiane, che si è accaparrata l'Oro nella sua categoria; inoltre, ha centrato anche il Bronzo con la nuova nata Darkside (Smoked Porter);
- la Babèl (anche se English Edition) di Foglie d'Erba si riconferma una delle migliori Pale Ale in circolazione con l'importante Argento assegnatole in categoria 6;
- La Verguenza di Menaresta, a detta di molti una fra le migliori Imperial IPA mai prodotte in Italia, che ha conquistato l'Oro nella categoria 9;
- l'Oro vinto dalla Weizen di Manerba, considerata da molti anni una fra le migliori interpretazioni italiane del tradizionale stile tedesco;
- I 2 Ori e 1 Bronzo conquistati dalle varie metamorfosi della leggendaria Xyauyù di Baladin (rispettivamente Xyauyù FumèXyauyù Caroni e Xyauyù Kentucky);
- La riconferma per il secondo anno di fila della ReAle del Borgo sul gradino più alto della categoria delle IPA.

Altri risultati molto importanti sono arrivati da birrifici emergenti che da 1-2-3 anni stanno lavorando molto bene. Da notare che quasi tutti quelli che hanno vinto, hanno trovato una propria identità produttiva  ben definita e si stanno ritagliando una propria fetta di mercato sempre più grande. Penso in particolare a:
- Birrificio Del Forte che ha vinto ben 2 Ori nelle categorie dedicate alle Belgian Strong Ale (con La Mancina e la Regina Del Mare) e 1 Bronzo nelle Bitter (con la Meridiano 0);
- Argo che ha portato a casa 1 Oro molto discusso nella categoria delle Kolsch (con la sua Terzo Tempo, considerata dal birraio stesso una Cream Ale...e che quindi sarebbe dovuta stare in un'altra categoria) e 1 Argento nelle Italian Lager (con la nuova Amberground);
- Birranova, birrificio pugliese che negli ultimi tempi sta facendo parlare molto di sé per alcune produzioni interessanti e perché il proprio birraio, Donato Di Palma, è arrivato ben 4° nella classifica dei Migliori Birrai del 2014, si aggiudica 1 Oro con la Tensione Evolutiva 2014 nella categoria "di ferro" dei Barleywine (solitamente stradominata da Baladin e a cui lascia proprio i due gradini inferiori del podio) e 1 Argento con la Margose nella categoria 24 delle Birre Acide;
- Birrificio Elvo, specializzato nelle birre di tradizione tedesca che ha visto premiare ben tre sue produzioni (1 Oro alla HellerBock, 1 Argento alla Weizen e 1 Argento alla Schwarz);
- StataleNove che vince 1 Oro con Miss Kartola (Maerzen) e 1 Argento con J And B (Doppelbock);
- Birrificio Math che ha vinto 1 Oro in categoria 12 con LA 27 (Dry Stout) e 1 Argento con LA 10.000 (Double IPA);
- Retorto, birrificio piacentino che si è portato a casa 1 Oro con la Daughter Of Autumn (Strong Scotch Ale) e 1 Bronzo nella categoria delle Birre alla Frutta con la Bloody Mario (Blanche alle ciliegie, ultima nata in casa Retorto grazie all'aggiunta di ciliegie piacentine alla base della Latte Più);
- MC77 invece porta a casa - per il secondo anno di fila! - 1 Oro con la Fleur Sofronia (Blanche all'Ibisco che ricordo che attirò molta attenzione all'IBF di Milano dello scorso anno) e 1 Argento con San Lorenzo (ancora una Blanche).
Arriviamo quindi a quei birrifici da cui mi sarei aspettato molti più premi:
- Il BirrOne, il cui birraio è stato recentemente nominato Miglior Birraio del 2014, ha conquistato solo 1 Oro con la Heaven&Hell (nella categoria delle Blanche, che storicamente non appartiene al "dna" produttivo del birrificio) e nessun piazzamento nelle categorie dedicate alle basse fermentazioni;
- Birrificio Rurale, benché abbia portato a casa 2 Ori (uno con la Seta Sour nella categoria delle Birre Acide e uno con la Oasi nella categoria della Birre al Miele) ha mancato totalmente i piazzamenti con le produzioni storiche - Seta, Seta Special e Castigamatt su tutte - che nel corso degli anni hanno fatto conoscere al grande pubblico uno dei più importanti birrifici che abbiamo in Italia;
- Birrificio Geco, che porta a casa 1 Oro straordinario nella categoria delle Bitter/English Pale Ale con la Marvin (ultima nata in casa Geco) che supera produzioni consolidate del calibro di Babèl e Meridiano 0, ma sono venuti completamente a mancare i piazzamenti delle sue birre scure (Pecora Nera e Barabba, rispettivamente una Milk Stout e una Robust Porter) che hanno reso popolare il birrificio milanese nelle passate edizioni;
- Birrificio Italiano, uno dei pionieri della prima ora del movimento artigianale italiano che ha vinto ben due passate edizioni di BdA, ma che quest'anno ha raccolto solo 1 Bronzo con la B.I.Weizen;
- Mi sarei aspettato qualcosa di più anche da Kamun che negli ultimi anni ci ha abituato a fare incetta di premi sia in Italia che in Europa, soprattutto con la Nocturna. Quest'anno invece è riuscito a trovare solo 1 Argento con la Prima Lux; fra l'altro, si tratta di un piazzamento molto discusso - come per la Terzo Tempo - perché è arrivato nella categoria delle Kolsch, quando non ho mai sentito dire che la Prima Lux sia una birra di ispirazione tedesca;
- Croce Di Malto, uno dei birrifici storici che ha sempre fatto centro in competizioni di questa caratura, quest'anno porta a casa 1 Bronzo con Hauria (Kolsch) e 1 Argento con la Magnus (Belgian Strong Dark Ale);
- Bruton, che l'anno scorso aveva vinto 1 Oro con la Lilith (EPA), 1 Argento con Stoner (Belgian Strong Ale) e 1 Bronzo con Bianca (Wit), questa volta non è riuscito a piazzare nessuna sua birra sul podio di nessuna categoria;
- Birrificio Del Ducato, uno dei più importanti birrifici italiani e vincitore delle edizioni 2010 e 2011 di BdA, in questa edizione ha conquistato solo 1 Argento con la Smokin' Joe nella categoria Affumicate.

Non mi rimane che menzionare il buon risultato di Gambolò che vince l'Argento nella categoria delle IPA con la Nowhere, ma anche il Bronzo ottenuto dalla recentissima beerfirm 100Venti con la James Blonde (Golden Ale), l'inaspettato Oro conquistato dalla Calibro 7 di Birra Perugia nella categoria delle APA e lo straordinario risultato di Mezzavia che vince l'Oro con la sua Nautilus (Imperial Stout) sorpassando rispettivamente Hot Night At The Village (Breakfast Edition) di Foglie D'Erba e la più famosa Camòz di Via Priula.

Per concludere, direi che questa edizione di Birra dell'Anno ha offerto un'ottimo spaccato di quello che è il movimento artigianale italiano e cioè un movimento in continuo fermento ed espansione. 
Da una parte abbiamo (ri)trovato realtà consolidate che si sono confermate ad alti livelli, dall'altra invece molti birrifici emergenti o addirittura nuovi che hanno detto la loro e hanno fatto sapere che, oltre a uno zoccolo duro composto da quei 20-30 birrifici più grandi e famosi, c'è molto altro da scoprire. 
Mi permetto di dire che, dal mio punto di vista, il movimento è sano ed è in crescita e possiamo affermare senza peccare di scarsa umiltà che l'Italia oggi rappresenta il paese che - assieme a USA, Belgio, UK, Danimarca e Scandinavia - sta trainando l'intero movimento artigianale internazionale. 

Per vedere tutti i vincitori di quest'anno vi rimando alla pagina dedicata a Birra dell'Anno 2015.

4 commenti:

  1. Una sola domanda caro Simposio, ma le birre artigianali sono state valutate tramite "blind test"?

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    1. Certamente si. Tutti gli assaggi sono stati fatti "alla cieca", in due giornate (giovedì 19 e venerdì 20 Febbraio), e i vincitori sono stati proclamati sabato 21 all'interno della fiera, durante il primo giorno di Beer Attraction.
      Sul funzionamento del concorso, so dirti che i giudici vengono divisi in diversi tavoli (che potremmo chiamare "panel"). Ogni tavolo ha un capitano ("panel leader") che fa da riferimento per gli altri giudici, ha il compito di sbrogliare casi di mancata concordanza e si interfaccia con il presidente di giuria (cioè Kuaska).
      Ogni tavolo si occupa di analizzare solo determinati stili di birre, cioè solo alcune delle 26 categorie in gara; e il tutto avviene "alla cieca", quindi i giudici non sanno che birre stanno analizzando (non conoscono il nome, il birrificio, il marchio, ecc.), perché i campioni vengono sottoposti in forma del tutto anonima. Per permettere agli organizzatori di riconoscere a che birra corrisponde ogni campione, viene indicato sul bicchiere solo un numero univoco.

      Se vuoi approfondire il discorso, ti suggerisco un paio di link interessanti:
      - Un articolo di Luca Giaccone, uno dei giudici di questa edizione: http://www.slowfood.it/slowine/birra-dellanno-2015-il-concorso/
      - Il resoconto dell'anno scorso di Andrea Turco che fece parte della giuria e che ha raccontato la sua esperienza "dall'altra parte della barricata": http://www.cronachedibirra.it/eventi/9733/ecco-cosa-significa-essere-stato-giudice-a-birra-dellanno-2014/

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  2. Caro Simposio, grazie della celere risposta!!
    Un'altra domanda che probabilmente può interessare i tuoi "followers" è: quante sono le categorie premiate? Ne ho contate almeno una dozzina nel tuo post; non sono un po' troppe? Tu cosa ne pensi?

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    1. Quest anno le categorie erano 26. Possono sembrare tante, ma ti assicuro che non lo sono. Io personalmente ne avrei scorporate altre 2-3. Diciamo che un totale di 28 (forse 30) categorie sarebbe l'ideale in questo momento "storico. Nei prossimi anni potrebbero aumentare o diminuire...dipende molto da come evolverà il movimento artigianale italiano e se si imporranno nuovi stili birrari e/o ne scompariranno degli altri.
      Ti invito a leggere la mia pagina "Stili di birra" per prendere visione di quanti tipi diversi di birre esistono. Chiaramente hanno caratteristiche molto differenti e non possono essere valutate tutte insieme in una manciata di categorie. :)

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