<<< TORNA ALLA PRIMA PARTE DEL VIAGGIO <<<
BROWAR
STU MOSTOW
|
Cattedrale San Giovanni Battista |
Il mio tour birrario di
Wroclaw prosegue verso una nuova destinazione: nuova in ogni senso,
perché questa volta non si tratta di una birreria ma di un vero e
proprio
birrificio artigianale.
Il Stu Mostow si trova a circa 3 km a nord dal centro e per arrivarci mi sono fatto una
simpatica passeggiata di 40 minuti sotto il sole cocente. Non si
direbbe che la Polonia sia un posto caldo, ma alcuni publican mi
hanno confermato che in estate a Wroclaw si superano tranquillamente
i 35 gradi.
Passando da quartieri
residenziali ad altri più popolari, lungo la grande arteria
Wyszynskiego, si supera il ponte Warszawski e si
arriva, infine, a una zona industriale dove ha sede la produzione.
Sono rimasto molto sorpreso di vedere così tanta gente ritrovarsi a
bere in birrificio. In Italia, sono abituato a visitare birrifici che
effettuano soltanto la produzione e difficilmente sono contenti di
essere disturbati sul luogo di lavoro. A volte (non sempre) si
possono prenotare delle visite guidate e, al massimo, i più oculati
sono provvisti di una piccola tap room dove poter stappare
qualche bottiglia in loco, ma non avevo mai visto un vero e proprio
pub all'interno dello stabilimento produttivo. In questo caso, il
birrificio non è più solamente un’azienda "chiusa" che produce birra, ma
diventa un centro di aggregazione per l’intero quartiere.
|
Bancone pub del Stu Mostow |
Al Stu Mostow, il
birrificio viene vissuto quotidianamente dalla “sua gente”, che
di conseguenza gli è molto fedele e affezionato.
Il paragone che mi
viene subito in mente è quello fra il Birrificio Lambrate e il
quartiere che lo accoglie, da cui ovviamente prende il nome.
|
Sala Cottura |
Oltre ad avere un
giardino esterno con panche e tavolini, appena si entra al Stu Mostow
ci si trova di fronte a una vetrata dalla quale si possono ammirare i
fermentatori e la sala cottura. Se si prendono le scale sulla
sinistra, si sale fino ad arrivare ad un soppalco in cui si trova il
bancone con
10 spine e tanti tavolini. C’è anche la cucina, se si
volesse stuzzicare qualcosa. Io, per esempio, ho preso un piatto di
salsicce con crauti, cipolle e salsa piccante al curry, accompagnato
da pane di segale fatto in casa. La cosa che mi ha maggiormente
impressionato è che il pub soppalcato non è separato in alcun modo
dal birrificio sottostante, ma lasciato aperto. Si può
tranquillamente prendere la propria birra e sorseggiarla sulla
ringhiera con vista impianto. Probabilmente, in Italia, l’ASL
non lo permetterebbe mai...
Per tornare alle cose
serie, le birre alla spina sono quelle della “casa” più qualche
ospite nazionale e internazionale a rotazione. Durante la mia visita
era disponibile la Jack Hammer di Brewdog.
|
Spine |
Può risultare
interessante sapere che
Stu Mostow produce tre differenti linee di birre,
che si chiamano:
WRCLW, Salamander e ART. Della
WRCLW,
il cui nome è chiaramente un riferimento al nome della città, fanno
parte 6 birre che potremmo definire “base” (pils, hefeweizen,
dunkelweizen, roggenbier, imperial stout e una sua versione barricata
in botti di Bourbon).
Della linea Salamander
fanno parte stili di birra più moderni e luppolati, che vanno di
moda ultimamente. Qui troviamo soprattutto: APA, IPA, AIPA e via
dicendo...non senza qualche eccezione come una Wheat Porter e una
bizzarra “Violet Potato Lager”.
La linea
ART, invece, è
quella più “artistica” e dedicata alla fantasia e alle
sperimentazioni del birraio. E’ composta da 8 birre e se ne possono
trovare di davvero particolari (birre alla frutta, birre acide, birre
con spezie, birre con cereali alternativi o barricate…).
Ovviamente non tutte
erano disponibili in quel momento. Ho avuto modo di provare
...>>>