venerdì 25 marzo 2016

Beer Travel in Rep.Ceca: Plzen (2/2)

Pivovar Prazdroj
Bancone del Restaurace Na Spilce
Prima parte del viaggio >>> Praga (1/2)

Viaggio in treno da Praga a Plzen. Tutto tranquillo. Nevica, come al solito.
Appena sceso dal treno vado a prenotare la visita al Birrificio della Pilsner Urquell (in ceco: Pivovar Prazdroj). 
Gambrinus
Ho due orette prima del mio turno. Nonostante imperversi una tempesta di neve, tutto scorre nella più totale normalità in questa cittadina boema. Fossimo stati a Milano sarebbe stata una catastrofe naturale. Non parliamo poi di Roma.
Decido di andare a mangiare al ristorante del birrificio: il Restaurace Na Spilce.
Passato il negozio di souvenir, se scendete le scale verrete catapultati in un una specie di enorme cantina trasformata in ristorante. Posto molto bello. Il menù è quello “tipico” di quasi tutti i ristoranti tradizionali. Da bere era possibile scegliere fra la Urquell e la Gambrinus (anch'essa prodotta nello stabilimento). Le ho provate entrambe e devo dire che, anche se si tratta di prodotti industriali, berle “alla fonte” ha il suo perché.

La visita alla fabbrica parte dal punto in cui si acquistano i biglietti, ma dopo una breve introduzione la guida vi farà prendere una navetta che vi porterà all'interno dello stabilimento di produzione vero e proprio.

Il tour comincia dalla zona destinata all'imbottigliamento (che è enorme). Dalle due foto a lato, si può notare il "serpentone" di bottiglie che scorre ininterrottamente. Oltre alle classiche bottiglie verdi di vetro, in quest'area vengono preparate anche le lattine. E' impressionante scoprire che in una sola ora vengono imbottigliate 60.000 lattine da 50 cl, che equivalgono a 300 hl di birra...solo di lattine...solo in un'ora. Per capire l'enormità di questi numeri, basti pensare che molti birrifici artigianali italiani producono la stessa quantità di birra in un anno di lavoro!...>>>


Nella foto a destra è possibile ammirare la "sala dei birrai", dove sono presenti le foto di tutti i mastri birrai che si sono susseguiti alla guida del birrificio. Nella foto a sinistra, è raffigurato il leggendario inventore della Pilsner Urquell: il bavarese Josef Groll (1813-1887). Groll è considerato uno dei mastri birrai più importanti della storia della birra. A lui si deve, infatti, l'invenzione dello stile Pils che cambiò radicalmente i gusti dei consumatori nel corso dell'800. Josef era un giovane birraio bavarese che venne incaricato da Martin Stelzer di realizzare una nuova ricetta di birra per risolvere i gravi problemi qualitativi riscontrati nella birra locale. A Plzen, Groll trovò tutti gli ingredienti fondamentali per quello che voleva realizzare: utilizzò malti chiari boemi, luppoli Saaz autoctoni e le acque dolci delle sorgenti di Plzen. Per la bassa fermentazione decise di adoperare dei lieviti che portò personalmente dalla Baviera. Fu così che il 5 ottobre 1842 inaugurò inconsapevolmente una nuova era brassicola producendo la prima cotta di Pilsner. I risultati ottenuti da Groll superarono ogni più rosea aspettativa, ma nonostante il clamoroso successo di pubblico e critica, nel 1845 non gli venne rinnovato il contratto e così decise di tornare in Baviera. Nel corso dei successivi decenni la Pilsner Urquell divenne la birra chiara più famosa e scimmiottata al mondo. Ancora oggi, lo stile Pils inventato da Groll è quello a cui si ispira la maggioranza delle birre lager presenti in commercio. 

Il processo di produzione della Urquell è piuttosto particolare, perché l'ammostamento prevede una tripla decozione. Durante il mashing (nei classici tini in rame), un terzo del mosto viene prelevato e portato a ebollizione in un tino separato; successivamente viene riunito ai restanti due terzi, così da alzarne la temperatura. Questa operazione viene svolta per ben tre volte. Si tratta di un metodo tradizionale, tipico di alcuni antichi birrifici bavaresi e del centro europa.
Al giorno d'oggi non viene quasi più adoperato perché ritenuto obsoleto, inutilmente complesso e responsabile anche di una grande perdita di tempo (fino a 4-5 volte in più rispetto ai metodi più moderni). 
D'altro canto, la tripla decozione assicura un'intensa caramellizzazione del mosto, che a sua volta determina maggior corpo nella birra finita e un'eccezionale aroma maltato.

Dopo che il mosto viene generosamente luppolato con il Saaz, tipico luppolo nobile della zona (chiamato anche Žatec rosso), si procede al raffreddamento e all'inoculo del lievito a bassa fermentazione. 
Successivamente, la birra verrà depositata nelle lunghe cantine-labirinto poste sotto al birrificio (foto a destra) e fatta maturare a freddo in grosse botti per 30 giorni a 5-7°C (foto a sinistra)
Oggi, il birrificio è operativo 24 ore su 24 e realizza la bellezza di 18 cotte al giorno da 160 hl; questo significa che la produzione annua si assesta intorno all'interessante cifra di 1.000.000 di hl.


Alla fine del tour, all'interno delle cantine, ci è stato offerto un bicchiere di Pilsner Urquell spillato direttamente dalla botte. Probabilmente si tratta della migliore Urquell bevuta in tutto il viaggio. Peccato solo per la plastica.

Dopo la visita alla fabbrica, mi sono diretto verso il centro. Arrivati nella piazza principale, si può ammirare la Cattredrale di San Bartolomeo e il Campanile più alto della Repubblica Ceca!

Bancone del Francis
Zhuerak Kuzbek
Smoke Out
Su un lato della piazza c'è un portico. Addentrandovisi, si arriva a uno dei localini più nascosti della città: il Francis Brewhemian Beer Cafè. C'ho messo mezz'ora a trovarlo.
Si tratta di una minuscola birreria con qualche tavolo, 3 o 4 spine e tre bellissime ragazze dietro al bancone.
Il posto era pieno di gente locale e la libertà di movimento era assai limitata, tant'è che ho dovuto bere le tre birre proposte abbarbicato su una mensola attaccata al muro.
Per quanto riguarda le birre, avevano due “pseudo” IPA e una affumicata. Nulla di ché. Appena finite, sono uscito per riprendere a respirare.

 Tmavè e Svetlì del Pivovar Groll
Lascio il Francis e la Piazza centrale per dirigermi a nord verso il fiume. Dopo 500 m, prima di attraversare il ponte, si scende verso destra e si trova una specie di grande cascina. Non è molto rassicurante come zona, ma lì c'è il Pivovar Groll
Birre del Francis
Oltrepassata la porta d'ingresso, l'ambiente appare subito molto tranquillo e familiare, anche se l'accoglienza non è delle più calde. Forse non sono abituati ad avere forestieri in “casa”. Speravo che almeno le due birre fossero buone. Macché, una delle peggiori bevute mai fatte! Non lo consiglierei nemmeno al mio peggior nemico.

Pilsner Urquell
Scappo da questo strano luogo e mi fiondo al Na Parkanu. Penso di andare sul sicuro, perché si tratta della birreria più grande e importante della città.
Na Parkanu, infatti, è famosa per essere l'unico locale al mondo dove poter trovare la Pilsner Urquell non filtrata e non pastorizzata.
La birreria effettua inoltre servizio ristorante ed è anche la tappa finale del tour al Museo della Birra (Pivovarskè Muzeum) che si trova proprio lì affianco.
La birra non era male, ma devo dire che al birrificio era ancora meglio.



A pochi passi da Na Parkanu, ho visto per caso un piccolo localino lungo e stretto che ho scoperto essere un craft beer pub. Il proprietario ci ha accolti molto gentilmente - anche se stava per chiudere - e mi ha fatto provare tutte e 4 le birre ceche artigianali che aveva alla spina. In un inglese molto maccheronico mi ha raccontato che ha aperto da pochi mesi e che conosceva alcuni birrifici artigianali italiani.
Le birre non erano nulla di spettacolare, ma si lasciavano bere (soprattutto la U e la Black IPA). Gradito e inaspettato.

Sarei voluto passare in un altro paio di posti, ma per varie ragioni non c'è stata possibilità. Segnalo solamente il Klub Malych Pivovaru, una birreria recensita piuttosto bene su Ratebeer, che si trova proprio di fianco alla stazione ferroviaria. La prossima volta ci farò un salto.

Prima parte del viaggio >>> Praga...

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