mercoledì 10 settembre 2014

Report Norvegia: da Trondheim a Nordkapp - Pt.2

Se ti sei perso la prima parte del viaggio... >>> Report Norvegia: da Milano a Kristiansund - Pt.1

TRONDHEIM

Facciata della NTNU
Dopo la nostra breve permanenza a Kristiansund, siamo ripartiti sulla 70 e abbiamo poi imboccato la E39 e la E06 per arrivare a Trondheim. Questa è la terza città più grande della Norvegia e si tratta anche di una città universitaria. Trondheim si sviluppa sulla sponda del Trondheimsfjord ed è attraversata dal fiume Nidelva. Al di là del fiume, in cima a un promontorio, si trova proprio il castello in cui ha sede la Norwegian University of Science and Technology, una vera istituzione cittadina famosa in tutto il Paese per le facoltà di ingegneria e di neuroscienze. La NTNU è la seconda più grande università fra le 8 presenti in Norvegia e comprende ben 52 dipartimenti.
Interno dell'Antikvariatet
Dopo aver visitato la parte alta, siamo andati a fare "merenda" all'Antikvariatet, un piccolo café/bar tutto colorato che offre la possibilità di sedersi ai tavolini fuori quando c'è bel tempo. All'interno è molto simile a una piccola tavola calda e presenta delle librerie lungo le pareti. Su ogni tavolo la lista del menù è pinzata a un libro d'epoca originale (a me è capitato il libro di un italiano, casualmente). 
Porter di Nøgne Ø
Alle spine ho trovato solo birre industriali (ma sul retro, vicino al bagno, ho notato alcuni keykeg del microbirrificio norvegese Austmann e uno di Berliner Weisse), mentre in bottiglia avevano circa una decina di etichette norvegesi. Ho scelto di bere la Porter di Nøgne Ø abbinandola ad uno squisito brownie al cioccolato con mirtilli e panna montata fatta in casa. Nonostante non fosse un vero e proprio pub di birra artigianale, questa perfetta accoppiata mi ha fatto tornare di perfetto umore!...>>>



Bancone del Den Gode Nabo
A breve distanza dall'Antikvariatet c'è una birreria molto pittoresca che si chiama Den Gode Nabo. Questo locale si trova sul lungofiume ed è ben visibile dalla sponda opposta grazie all'enorme insegna apposta sulla parete che da sul fiume. L'ingresso è un po' meno visibile, indicato solo da una freccia che porta a una scalinata. Si scende quasi a pelo d'acqua prima di entrare in questo buio pub tutto in legno scuro e con luci soffusissime. Sembra quasi di scendere sottocoperta in una nave di pirati. Oltre ai tavoli e al bancone, anche il tetto, le pareti e i pilastri sono tutti in legno. 
Den Gode Nabo visto dal ponte
La location è davvero molto caratteristica. Anche in questo caso però, purtroppo, le 12 spine sono tutte occupate da birre industriali internazionali, mentre la selezione di birre artigianali in bottiglia (una sessantina) è ben visibile dietro il bancone. Un altro particolare che rende la visita ancor più entusiasmante è il dehor galleggiante che si trova sul fiume e che è raggiungibile solo da una stretta passerella che parte dal pub.

Dopo aver concluso la visita della città, in serata ci siamo fermati a cenare al Trondheim Mikrobryggeri, il primo brewpub della città aperto dal 1998. Il posto è molto ampio e dotato anche di dehor, ma - causa pioggia - abbiamo preferito accomodarci dentro. All'interno il brewpub presenta un bancone di forma quadrata posizionato al centro della sala, mentre ai quattro lati sono disposti i tavoli in legno chiaro, adatti anche a gruppi numerosi; in un angolo c'è il palco per i concerti live, mentre in fondo, dietro a una vetrata, è possibile godere della vista sull'impianto di produzione. Il cibo è molto buono, soprattutto la carne e gli hamburger (anche se leggermente troppo piccanti).
Trondheim Mikrobryggeri
Le birre alla spina sono tutte prodotte dal birrificio e ne ho contate almeno 12 (anche se le spine in totale erano più di 20). Se volete provarne più di una, lo staff mette a disposizione quella che viene definita "blackboard": si tratta un vassoio nero in cui vengono posizionati 8 bicchieri da 15cl. Ogni bicchiere ha il proprio posto fisso con tanto di descrizione della birra contenuta. Lo staff ti accompagna durante la bevuta consigliando da che direzione partire e con quale birra terminare la degustazione. A me hanno fatto provare:

- Pils 4.5%, completamente fuori stile a partire dal colore e finendo con i sapori. L'uso troppo ampio di malti speciali la rendono quasi caramellata andando così a coprire gli aromi e la secchezza tipici dello stile (N.B.: non sarà l'unica Pils norvegese che vedrò fatta in questo modo. Magari per loro è normale???)
- Are You Ready 5.5%, una Amber Ale con note caramellate e tostate e l'utilizzo di Zeus in amaro e Amarillo in aroma. Mi ha lasciato abbastanza indifferente rispetto alle successive birre.
- 1177 Saison 4.5%, birra piacevole, bilanciata e acidognola al punto giusto. Aromi interessanti capeggiati dagli esteri, il fieno, frutti di bosco (ribes), sottile fenolico e chiodo di garofano. Ci sta, ma una media avrei fatto fatica a farla fuori. Chi mi conosce sa che le saison non sono il mio forte. :-P
- Interrail Pale Ale 4.5%, si presenta con un bel colore ambrato acceso, dotata di una base biscottata e forti aromi luppolati che ricordano gli agrumi e la frutta tropicale. Molto secca e dissetante. Da bere a litri.
- IPA 5.5%, grande delusione per questa IPA che ho trovato parecchio difettata e formaggiosa, probabilmente vecchia e ossidata.
- White Bite 6%, una White IPA molto interessante. Colore tipico da Blanche, si avverte il frumento, lo speziato, il floreale, ma anche il cedro e il mandarino. Birra molto estiva, nonostante i 6% d'alcol.
- Kanonkule 6.5%, una Robust Porter molto gradevole con profumi tostati, affumicati e di caffè e sapori che richiamano il cacao amaro, il caffè d'orzo e il cioccolato fondente. Piuttosto cremosa e amara nel finale. Ottima. Forse la migliore.
- Chicago Tribute 6%, da descrizione sembrerebbe una birra ispirata ad alcune produzioni dei birrifici di Chicago. Si tratta di una IPA molto corposa e aromatica, nonché dotata di un forte taglio amaro. Si avverte distintamente l'abbondante dry hopping (di Galena) e gli aromi erbacei e agrumati. Veramente buona.

Polarcirkel 1937
BODØ
Proseguendo sulla E06 per circa 700 chilometri (!) siamo arrivati a Bodø, tappa obbligatoria per raggiungere le Isole Lofoten. Durante questo lungo viaggio abbiamo raggiunto e passato il Circolo Polare Artico.
Bryggeri Kaia a Bodø
A Bodo faceva un freddo barbino e ci siamo rinchiusi al caldo al Bryggeri Kaia Restaurant, un bel ristorante con grande dehor vista porto. I locali interni sono molto eleganti e le pareti con mattoni a vista sono ricoperte di quadri e disegni di barche e navi che hanno fatto la storia.
Il piatto di carne che ho preso era eccellette, mentre la lista delle birre comprendeva circa 7-8 etichette artigianali norvegesi interessanti. Ho preso la Hoppy Joe di Lervig, una American "Red" Ale da 4.7% abv fatta con Chinook, Simcoe e Nelson Sauvin. 
La base piacevolmente caramellata è sorretta e ben contrastata da una luppolatura esuberante con protagonisti aromi erbacei e resinosi, pinosi e di pompelmo. Ottima chiusura con un lungo finale amaro e balsamico.
Hoppy Joe di Lervig
A fine cena ho finalmente avuto modo di provare l'Akevitt, un distillato di patate prodotto in Norvegia sin dal XV secolo. Dopo la distillazione, questo prodotto viene aromatizzato con erbe e spezie (in particolar modo con anice, cumino, finocchio, cardamomo, aneto, grani del paradiso e scorza d'arancia). Anche in questo caso il conto è stato piuttosto salato...da tenere conto che lo shot di Akevitt è costato il doppio della birra. Meglio non pensarci e continuare il viaggio!
Ci dirigiamo così al porto di Bodo, dove a mezzanotte dobbiamo prendere il traghetto che in 4 ore ci porterà sulle Lofoten.


Rotbuer
ISOLE LOFOTEN e ANDENES
Arriviamo in piena notte a Moskenes e dopo aver riposato qualche ora in tenda, ripartiamo subito per la visita di queste splendide isole. Tra i vari villaggi di pescatori che si trovano lungo la strada, uno dei più affascinanti è sicuramente Å (che si legge "O"). Le tipiche casette rosse ("Rorbuer") costruite sulle rocce e sul mare offrono uno spettacolo fantastico. In una di queste abbiamo anche pernottato. Un'altra cosa che lascia meravigliati è la quantità incredibile delle tipiche impalcature di legno che durante la primavera vengono usate per far essiccare lo stoccafisso.

Ad Å abbiamo anche provato i prodotti dolciari locali, visitando una delle "bakery" più antiche e famose dell'isola che produce ancora con macchinari e metodi ottocenteschi.

Gammelgården
Le Lofoten sono colme di paesaggi che potrei definire incantati: non si sa mai se passata la prossima curva (o terminata la prossima salita, rigorosamente cieca!) ci si troverà di fronte alla montagna o al mare, al lago o a una spiaggia caraibica, alla foresta o al villaggio di turno. Se volete vivere un'avventura vi consiglio di andarci.

Quel che so, invece, è che è davvero complicato trovare posti che abbiano in lista birre artigianali adeguata e quindi ho fatto una buona scorta di bottiglie al primo Vinmonopolet che ho trovato.
I "Vinmonopolet" sono dei negozi di alcolici appartenenti allo stato. Qui si possono trovare vini, birre, distillati e liquori provenienti da ogni parte del mondo. Nella maggior parte dei casi i prezzi sono accessibili (o quantomeno più bassi rispetto a quelli dei pub/ristoranti). I Vinmonopolet si trovano spesso all'interno di centri commerciali o nei supermercati e viene sempre richiesto un documento personale al momento del pagamento alla cassa.

Sulle Lofoten abbiamo percorso tutta la E10 (con le dovute deviazioni) fino a imboccare la 82 per Andenes.
Blues Ale di Hemnes
Nei momenti di pausa mi sono sempre stappato qualche birretta. Faccio ora una veloce carrellata delle birre che ho provato lungo il viaggio:
- 808 Pils di Hemnes Mikrobryggeri: fatta con malti Pils, Munich, Cara e single hop di Saaz. Colore fuori stile, aromi di frutta secca, caramello, noci, castagna, biscotto, erbaceo. Della Pilsner non ha nulla ovviamente, ma da bere non è male.
- Blues di Hemnes Mikrobryggeri: dovrebbe essere una EPA, ma a primo impatto sembra molto simile alla loro finta Pils, solo leggermente più ambrata e tostata. Esce fuori anche un leggero metallico. Purtroppo una delle peggiori bevute fatte in Norvegia.
- IPA di Mack Bryggeri: Mack è la storica fabbrica della birra di Tromso e pare che sia anche il birrificio più a nord del mondo; ciò non toglie che sia un birrificio industriale e che le sue birre siano lontane dai livelli qualitativi delle birre artigianali norvegesi. Per curiosità ho provato la loro IPA, ma - come immaginavo - dello stile non ha praticamente nulla, per di più era palesemente difettata e ossidata. Soldi buttati.
Humle Kanon
- Rallar 4.7% di Ægir Bryggeri: una Amber Ale con bellissima schiuma e bassa carbonazione, aromi biscottati e di toffee in evidenza, lieve caramello e amaro molto basso. Chiusura ancora sul toffee. Nel complesso è una birra molto facile, beverina e abbastanza equilibrata, ma nulla che faccia gridare al miracolo.
- Humle Kanon 7.5% di Haandbryggeriet: IPA piuttosto aggressiva, come già si può immaginare dal nome e dal disegno in etichetta (un cannone che spara luppoli). Base caramellata a sostegno dell'ampia luppolatura, amaro tagliente, aromi erbacei, pinosi, balsamici e agrumati con un lunghissimo amaro resinoso finale. Dry hopping piuttosto spinto. Se vi piace il genere, è da provare.
- Miss Saison 6% di Austmann Bryggeri: si tratta di una Saison un po' rivisitata e molto aromatizzata. Da etichetta pare che abbiano usato scorza di lime, combava e zenzero. Personalmente, ho trovato la speziatura un po' troppo spinta e squilibrata (che di certo non aiuta la bevuta). Sia al naso che in bocca gli aromi mi ricordano molto l'alloro e il rosmarino, oltre che lo zenzero e la menta. Dopo il primo sorso si avverte il ritorno di coriandolo e agrume, mentre sul palato rimane una sensazione speziata e pepata abbastanza persistente. Veramente un pasticcio. Abbiamo faticato a capirne il senso (e a finire una bottiglietta da 33cl in quattro persone).
Miss Saison di Austmann
- Lokka IPA 7% di Grunerlokka Brygghus: Grunerlokka è un brewpub di Oslo e questa loro IPA è abbastanza interessante, perché - IMHO - sembra discostarsi un po' dalle American IPA e strizzare l'occhio alle IPA inglesi. Color ambrato, ottima schiuma pannosa e persistente, naso fortemente erbaceo e sottile mango; in bocca corpo medio, aromi ancora erbacei e leggermente terrosi, amaro elegante, persistente ma non eccessivamente tagliente.

A 50km da Andenes abbiamo deciso di lasciare la 82 per imboccare la meno battuta e più affascinante Fv.974 e la successiva Fv.976 (che si ricongiunge alla 82 a 2km da Andenes). Durante il tramonto è il momento migliore per fare questa deviazione. La consiglio vivamente per i panorami mozzafiato.

Andenes è famosa per i "whale safari", veri e propri viaggi in mare aperto per avvistare balene, capodogli, orche ecc. Noi non abbiamo avuto tempo di farlo, ma il costo non è proprio bassino e stare diverse ore in mare può essere anche logorante se si trovano condizioni sfavorevoli. Pensate che è sempre obbligatorio prendere delle pastiglie anti-vomito fornite dall'equipaggio (ma spesso neanche queste bastano per impedire il peggio!).
Ad Andenes abbiamo passato una di quelle notti che non scorderemo più nella vita. In tenda, praticamente sulla spiaggia, con il gelo polare nostro unico compagno... Abbiamo rischiato l'assideramento.
Quella notte probabilmente la temperatura è scesa vicino agli 0°C e noi non eravamo equipaggiati per una situazione del genere. Alla fine ce la siamo cavata con una notte passata in bianco e tanto thè bollente a riscaldarci le ossa.
La mattina seguente abbiamo preso il traghetto per tornare sulla terraferma - eravamo tutti italiani! - e arrivati a Gryllefjord ho trovato al supermercato di fronte al porto la 77Lager (in lattina) e la Dead Pony Club (in bottiglia) di Brewdog, ma anche la Blonde, la Wit e la Brown Ale in bottiglia di Nøgne Ø. Senza pensarci due volte mi sono fiondato sulla Blonde e sulla Dead Pony Club. Vado alla cassa e pago. Esco, stappo la Blonde e ce la gustiamo su un piccolo tavolino di legno di fronte al fiordo... color giallo dorato, note erbacee e sottilmente limonose, dissetante e secca, ottimo amaro erbaceo finale. Birra senza fronzoli né pretese, che ha il pregio di arrivare subito al punto. Buona bevuta. Dopo la pausa pranzo abbiamo preso la 86 fino ad Ansdelv, per poi passare sulla E06 e sulla E08 da Nordkjosbotn fino a Tromso.

TROMSØ
Tromsø è una città molto particolare perché si è sviluppata su un'isoletta (Tromsøya) nel bel mezzo del fiordo. Per raggiungerla esistono, apparentemente, solo due ponti. In realtà non è così. Ciò che desta molta sorpresa e meraviglia è che Tromsø possiede una rete di strade e parcheggi sotterranei davvero intricata e trafficata (con tanto di semafori e rotatorie a doppia corsia!). Il centro è raggiungibile da diverse gallerie sotterranee scavate nella roccia al di sotto del fondale marino. L'auto si deve lasciare in queste "caverne" adibite a parcheggi a pagamento e salendo in superficie ci si ritrova direttamente in centro.
Arctic Race of Norway 2014, Tromsø
Quando siamo "saliti" in città, ci siamo ritrovati nel bel mezzo di una festa cittadina. Quel giorno, infatti, sarebbe arrivata la "Arctic Race", una gara di ciclismo molto celebre in Norvegia. La gara parte da Capo Nord e arriva a Tromsø dopo tre giorni. Nel circuito cittadino si percorre proprio l'ultima tappa del tour e si decreta il vincitore annuale.
In una situazione del genere, mi aspettavo di trovare tutte le birrerie aperte e strapiene di gente già dal primo pomeriggio; invece, molte erano chiuse perché era domenica.
Niente birra artigianale per me, purtroppo...
Consiglio comunque a chi volesse fare un giro in città di andare a visitare il Blå Rock Cafè (che mi è stato consigliato proprio da alcuni norvegesi di Tromsø e che si trova anche al primo posto su Ratebeer) e Øl Hallen. Quest'ultimo è il pub più antico della città (ha 86 anni) e da quello che mi è stato spiegato si tratta della "tap room" del Birrificio Mack, di cui avevo già parlato precedentemente. Ciò che impressiona di questo locale sono gli ambienti interni e le 67 spine di cui è dotato!

ALTA e NORDKAPP
Il giorno seguente siamo ripartiti per la nostra ultima tappa (prima della meta finale). Affiancando per tutto il tempo le montagne che cadono a picco sul mare, percorriamo la E06 e arriviamo ad Alta. Più che una vera e propria città si tratta di un conglomerato di piccoli paesi che si estende tutto in lunghezza. Alta è famosa per il trampolino cittadino di ski jumping e per aver dato i natali a uno dei saltatori più forti di tutti i tempi: Bjørn Wirkola (due volte campione del mondo e il solo, ad oggi, a vincere per 3 anni consecutivi il Torneo dei Quattro Trampolini). Molto famose sono anche le incisioni rupestri dichiarate Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO e visitabili al museo cittadino.

Per quanto riguarda la birra, mi sono dovuto affidare nuovamente al Vinmonopolet più vicino per mancanza di tempo e di locali.
Andando verso nord, sulla E06 e poi sulla E69, si costeggia tutto il Porsangerfjorden per raggiungere Honningsvåg. Lungo questa strada si farà sempre più facile l'avvistamento di aquile reali e renne; alcune di queste si buttano anche in mezzo alla strada, quindi bisogna stare molto attenti. Non sono per niente pericolose, ma se fate rumore o provate ad avvicinarvi troppo scapperanno.

Arrivati al Norkapptunnelen (tunnel sottomarino che collega l'isola di Capo Nord alla terraferma), bisognerà attendere di essere scortati da una safety car lungo tutto il percorso. Arrivati dall'altra parte si sarà già formata una colonna di auto pronte a fare il percorso inverso scortati dalla stessa safety car.
Giunti sull'isola di Magerøya si continua sempre sulla E69 fino ad arrivare ad Honningsvåg, nel cui porto abbiamo visto ormeggiata un'imponente nave della flotta della Costa Crociere. Toccandoci le balle superiamo Honningsvåg e decidiamo di pernottare a Skarvag, di fronte al lago Storvatnet. Dopo la cena a base di carne di renna, chiediamo informazioni per raggiungere il Capo Nord turistico e il vero Capo Nord.

Decidiamo di andare subito al "finto" Capo Nord, anche se sono già le 11 di sera. (In quei giorni il sole tramontava intorno a mezzanotte, ma risorgeva quasi subito). Tenete a mente che in estate, a queste latitudini, c'è sempre luce!
Siamo arrivati in auto fino al famoso globo posto sul promontorio di Nordkapp e, di fronte ad uno splendido tramonto, anche qui (come al Circolo Polare Artico) abbiamo trovato solo italiani! Cvd, siamo ovunque! XD
L'indomani mattina siamo partiti piuttosto presto per raggiungere la nostra vera tappa finale: Knivskjellodden (il vero "Nordkapp"), ovvero il punto più a nord d'europa raggiungibile a piedi.
Dopo una camminata di 3 ore nel bel mezzo del nulla, immersi nella brughiera selvaggia, tra salite e discese, sassi affilati, fango, ruscelli da guadare e scogliere da attraversare, siamo arrivati a destinazione.
Knivskjellodden
Cassetta Rossa con Diario di Nordkapp
Dopo le foto di rito, per festeggiare ci siamo stappati una bottiglia di IPA di Nøgne Ø portata appositamente per l'occasione.

Mai bevuta fu più appagante :-)

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