Per il terzo anno di fila ho avuto la fortuna di essere presente al festival delle Pils organizzato dal Birrificio Italiano.
Sabato mattina è stata organizzata una degustazione alla cieca di 10 pilsner. La cieca si è svolta in due fasi. Nella prima fase, a ogni partecipante è stato consegnato un foglio con i 10 nomi delle birre scelte (in ordine casuale) e poi sono stati consegnati 10 bicchierini da degustazione con dentro le varie pils.

Nel pomeriggio, invece, è stato organizzato un simposio sui luppoli per parlare della tradizione dei luppoli del Tettnang e analizzare la nascente cultura delle coltivazioni italiane. Erano presenti all'incontro Marie di Locher Hopfen ed Eugenio Pellicciari di Italian Hops Company.
Domenica è stata la volta dell'incontro con i birrai. Erano invitati i rappresentati di Birra Stavio, Birrificio Rurale, Birrificio Aleghe e Ritual Lab. Agostino Arioli - organizzatore del Pils Pride e fondatore del Birrificio Italiano - ha svolto un'intervista con degustazione in cui sono state raccontate le storie e la filosofia dei birrifici, aneddoti ed idee per il futuro.
Ora viene la parte brutta...>>>


Per quanto riguarda le birre, invece, non posso fare altro che riportare le voci di colleghi e amici del mondo della birra che erano presenti al festival.
Mi hanno detto che...
...a parte qualche caso particolare, le pils italiane siano andate abbastanza bene. Penso a Tipopils e Delia del birrificio Italiano, Lupululà di Manerba, 405040 di Rurale e La Grigna di Lariano. Discrete anche OG1056 di Carrobiolo, La Pils di Aleghe, Via Emilia del Ducato, Mrs. Pepper di Italiano e la Rest In Pils di Carlo Fiorani (prodotta presso Carrobiolo). Extra Hop, invece, così così; qualcuno ha avvertito un po' di solfuri.
L'unica pils americana presente al Pils Pride (la Pivo Pils di Firestone Walker) ha raccolto pareri discordanti, anche se l'anno scorso a me non era dispiaciuta. Sulla stessa falsariga anche la Extra Philippe di Biren, la Ritual Pils di Ritual Lab e la Baffetti di Stavio.
Una birra che ha sorpreso parecchio è stata la ceca presente al festival (credo l'unica): la Světlé Výčepní del birrificio Pivovar.
Riconoscibile a primo impatto dal colore, un dorato carico quasi tendente all'ambra.
Si distingueva facilmente dalle altre, perché in Italia non siamo abituati a produzioni di questo stile con quel colore. A quanto pare era anche molto buona visto che mi è stata consigliata da diverse persone. Ora che ci penso, è stata anche la prima che ho bevuto.

Ci rivediamo l'anno prossimo, sperando che la fortuna sia dalla mia parte!
Pils & Love
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