Dopo aver attraversato la Norvegia in tutta la sua lunghezza - dall'estremo sud a Capo Nord - ed aver percorso oltre 4.000 km, abbiamo preso l'aereo da Alta e siamo tornati al nostro punto di partenza: Oslo capitale.
Prima di tornare a casa, abbiamo avuto modo di visitare la città un paio di giorni.
Per quel che mi riguarda, ho cercato di visitare il maggior numero di locali di birra artigianale e credo di essermela cavata piuttosto bene. Non posso dire lo stesso per il mio portafoglio! :-P
Oslo è una città interessante sotto certi aspetti, ma è molto lontana dall'essere una grande meta turistica come lo sono le altre capitali europee come Roma, Londra o Praga. Anche il numero di abitanti è abbastanza esiguo (ci aggiriamo intorno alle 600.000 persone, che per intenderci sono le stesse di Genova). Il centro è relativamente piccolo ma grazioso. Ricordo di averlo percorso più e più volte a piedi per raggiungere le mie mete birrarie, rimbalzando da una parte all'altra della città in circa 20 minuti. Fattibilissimo.




C'è anche la possibilità di bere soltanto, sia al bancone che seduti al tavolo. Gli interni sono molto caldi e le luci soffuse; il bancone, le sedie e i tavoli sono tutti di legno scuro e le pareti sono addobbate con i più vari oggetti d'antiquariato. Le cameriere sono molto gentili e devo dire anche ben preparate sulle birre proposte (cosa che a Milano non è così facile da trovare).


Conosciuto dagli abitanti della zona come "Lompa", questa affascinante risto-birreria si trova nel quartiere Gronland, a 5 minuti a piedi dalla Stazione Centrale (Oslo S) e dal Grondlandspark.
Negli ultimi decenni il quartiere si è completamente trasformato e oggi è praticamente invaso da stranieri e immigrati che hanno trovato qui residenza.


Ho provato quindi la Lompa APA (4,7% abv) fatta per l'Olympen dal microbirrificio Schouskjelleren di Oslo. La birra che mi è stata presentata era di color giallo paglierino con una bella schiuma pannosa. Accostando il naso sono stato inondato da profumi freschi, luppolati, erbacei e di citronella. In bocca l'ho trovata molto leggera e dissetante, con la giusta carbonazione, aromi agrumati di lime e arancia amara, e una sottile nota erbacea. La chiusura è dominata da un buon amaro piuttosto persistente e da un taglio secco che ripuliva bene la bocca. Se non fosse per la gradazione alcolica leggermente troppo elevata potrebbe essere una Session beer estiva da paura. Da bere a secchiate.
Visto che le altre birre alla spina le conoscevo già e che quelle in bottiglia costavano uno sproposito, ho preferito dirigermi verso altri lidi.
Ad ogni modo anche l'Olympen merita sicuramente una visita (suggerirei di andarci per cena per goderselo al massimo delle sue potenzialità), fondamentalmente per tre motivi:
1) E' davvero un bel locale, con un'atmosfera molto piacevole e un certo stile che richiama un po' i pub di inizio '900;
2) L'offerta birraria è molto ampia. Oltre alle 12 spine hanno anche una carta delle birre davvero allettante, con bottiglie provenienti da tutto il mondo (Norway, Denmark, Belgio, Olanda, USA, Canada, Inghilterra, Scozia, Spagna e Italia rappresentata da Loverbeer e Revelation Cat);
3) se su Ratebeer è indicato come 2°miglior locale di Oslo (a pari merito con altri due) e 5°miglior locale di tutta la Norvegia, un motivo ci sarà! :-)
Dopo aver lasciato l'Olympen mi sono diretto verso il Tilt. Mi era stato segnalato come un locale piuttosto atipico e giovanile, ricco di giochi da tavolo, vecchi flipper e videogames.
Purtroppo non ho nulla da dire su questo posto perché, arrivato alla via segnalata, non l'ho trovato! Forse su internet è sbagliato l'indirizzo. Dopo averlo cercato in lungo e in largo ho lasciato perdere e mi sono diretto verso il più "famoso" Crowbar.
Situato in una delle strade principali della città (Torggata 36) il Crowbar & Bryggeri vanta una selezione di birre che non ha nulla da invidiare ai più noti locali internazionali. Circa una ventina è l'offerta delle birre alla spina, perlopiù prodotte all'interno del brewpub e altre provenienti da vicini micro-birrifici norvegesi.

Aggiornamento: sembrerebbe che il locale in Torggata sia stato chiuso e che si siano spostati verso il centro, sulla parallela Storgata. Se questo dovesse essere confermato, penso che abbiano fatto bene perché in quella zona (Storgata 27) non hanno pressoché concorrenza, mentre in Torggata - a distanza di 50 metri! - c'è un altro locale molto importante di birra artigianale: il Café Sara.
Questo "Café", che potremmo benissimo definire una birreria a tutto tondo, vanta un bell'impianto di spillatura dotato di ben 15 vie. Appena entrati ci si ritrova di fronte a questo ben di Dio e si deve affrontare subito l'ardua scelta. Dopo aver scansionato per bene tutte le birre proposte, mi sono fatto spillare una NO Control APA del microbirrificio norvegese Ego brewery.

Anche le altre birre proposte erano tutte di ottima fattura. Penso all'ottima selezione presente in quel momento e non posso non citare Cantillon (alla spina!), Mikkeller, Evil Twin, Brewdog, Nogne O, 7Fjell, Klostergarden, Lervig etc. Non ho idea se abbiano anche una carta delle birre in bottiglia.
Per quanto riguarda il locale, devo dire che si trova in un'ottima posizione perché fa angolo fra la bella parte pedonale di Torggata e la trafficata Hausmanns Gate, proprio di fronte al parco dove sorge una chiesa molto particolare: la Kulturkirken Jakob. Dopo essere stata una chiesa parrocchiale per oltre cent'anni, è stata chiusa nel 1985 e poi riaperta nel 2000 come centro culturale.

Tornando al Café Sara, se vi doveste trovare in zona non potreste sbagliarvi perché è facilmente riconoscibile dai tendoni rossi e dai muri esterni verdi dotati di ampie vetrate.
Anche all'interno i muri sono di un bel color verde smeraldo e i piccoli tavolini da 2/4 persone le conferiscono un'aria molto più da "café". E' davvero un bel posto dove andare a rilassarsi nel pomeriggio e bere birre artigianali di ottima qualità. Se dovessi tornare a Oslo ci tornerei di certo.
Avendo una fame da lupi, mi sono diretto verso questo ristorante con birra artigianale che mi era stato consigliato da un ragazzo di Oslo conosciuto in Italia. Purtroppo però il locale era chiuso. Non ho ben capito se solo per ferie o se l'attività è terminata definitivamente. Le notizie che ho trovato su internet mi indirizzano più verso la seconda ipotesi. Se dovesse essere vero sarebbe un vero peccato.
Tornando verso l'ostello ho scoperto per caso di avere il Schouskjelleren ad un tiro di schioppo da dove mi trovavo io!
Mi sono fiondato subito li e trovando la cantina in cui ha sede il brewpub ancora chiusa, mi è stato indicato di andare a mangiare (e a bere le birre del birrificio) nella trattoria italiana a fianco.

Il ristorante proponeva solo tre delle birre del micro-birrificio: una Golden Ale, una Amber Ale e una IPA. Su cosa potrà mai essere caduta la mia scelta? Per l'ennesima volta ho preso una IPA.

Ad ogni modo, questa IPA era piuttosto buona ed equilibrata, molto ben bilanciata fra le note biscottato/caramellate dei malti e gli aromi erbaceo/agrumati dei luppoli americani; finale amaro, intenso e resinoso molto interessante.
Riuscire ad entrare nel brewpub sarebbe stata un'esperienza sicuramente più appagante, ma mi riserbo di tornare a Oslo prossimamente per visitare l'interno del Schouskjelleren e per provare molte altre sue birre.

Nonostante il numero di birre presenti non sia enorme, la selezione è mediamente buona: ricordo una Frydenlund Pilsner molto ben fatta e una Gaasa IPA prodotta in esclusiva per il locale presso il "solito" Schouskjelleren Mikrobryggeri. Oltre a queste birre erano presenti anche un altro paio di produzioni provenienti da micro-birrifici norvegesi e nientepopodimeno che la "nostra" Czech Norris, una Imperial Pils del birrificio italiano Brewfist.

Lo staff è molto cordiale e con una buona conoscenza dei propri prodotti (cosa che ho apprezzato molto in quasi tutti i locali di Oslo).
Sicuramente l'estate è la miglior stagione in cui fare una visita al Gaasa, soprattutto per le molte ore di luce e per la possibilità di poter restare a bere all'aperto con una temperatura molto più accettabile che in inverno.


Anche la città in sé non è poi così male; nonostante non sia lontanamente paragonabile a una grande capitale europea, ho trovato una Oslo viva e briosa di giorno, con tanti turisti per le vie del centro, e tranquilla e sicura di notte quando la gente si chiudeva in casa o nei bar.
Alla fine, dopo aver raccolto gli zaini e le nostre stanche membra, ci siamo diretti all'aeroporto di Oslo per concludere questo lungo viaggio norvegese. Dopo un brevissimo scalo a Francoforte siamo ripartiti in direzione Milano Malpensa... ed è andata bene ai miei compagni di viaggio perché, se fossimo atterrati a Linate, una capatina in via Adelchi non me l'avrebbe negata nessuno! :-D
L'inizio del viaggio... >>> Report Norvegia: da Milano a Kristiansund - Pt.1
Seconda parte... >>> Report Norvegia: da Trondeheim a Nordkapp - Pt.2
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Un ringraziamento a Nicolò per alcune informazioni necessarie per la stesura del report e ai miei compagni di viaggio: Giulia, Alessio e Luca.
A livello di offerta birraria, sia per qualità che per numero di locali specializzati, credo che siamo un po' sotto al livello di Milano...con qualche eccezione. Secondo me a Milano il movimento della birra artigianale è ben visibile ormai da anni e questo si rispecchia in molti locali molto ben "equipaggiati", alcuni dei quali sono nati solo negli ultimi 2/3 anni.
RispondiEliminaQuesto non credo anche pecchè...la birra è bbella, ma la birra e la norvegese di piùùù